Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica delle Palme
Nella Domenica delle Palme, la Liturgia ci presenta la Passione del Signore secondo
l’evangelista Marco. Nel racconto è inserito l’episodio di una donna che a Betania
versa unguento prezioso sul capo di Gesù suscitando lo sdegno dei presenti: l’unguento
– dicono - si poteva vendere per darne il ricavato ai poveri. Ma Gesù dice:
«Lasciatela
stare; perché le date fastidio? … Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo
in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che dovunque, in tutto
il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella
ha fatto».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo
gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
********** La Passione secondo Marco
crea all’inizio una specie di cornice, affermando che i potenti vogliono prendere
Cristo con l’inganno e Giuda Iscariota che va da loro offrendo la loro collaborazione
per consegnarlo nelle loro mani. Qui si inserisce l’unzione di Betania. Una donna
venuta con un vasetto di alabastro pieno di olio profumato di nardo genuino, rompe
il vasetto e versa l’unguento sul capo di Cristo, in un gesto che ricorda l’unzione
dei profeti dei sommi sacerdoti e dei re. Ma Cristo non è semplicemente un profeta
che annuncia il messaggio di Dio: è la Buona Novella. Cristo non è un sommo sacerdote
che dovrà offrire sacrifici per i peccati propri e altrui. Cristo offre se stesso
come Agnello pasquale per la liberazione dell’umanità dalla schiavitù del peccato.
Cristo è il Re che accogliendo l’odio, la violenza e la morte di tutte le donne e
gli uomini, unisce l’umanità nell’amore del Padre. **********