2006-04-01 14:22:25

Mai sacrificare l’uomo a scienza e tecnica: cosi’ Benedetto XVI ai partecipanti al seminario, in Vaticano, dedicato al ruolo delle universita’


( 01 aprile 2006 -RV) L’essere umano non può mai essere sacrificato ai successi della scienza e della tecnica: è una delle riflessioni di Benedetto XVI nel discorso ai partecipanti al Seminario sul tema “Il patrimonio culturale e i valori delle Università europee come base per l’attrattività dello ‘Spazio Europeo di Istruzione Superiore’”. L’incontro, in Vaticano, è stato organizzato in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Pontificie Università, con la Pontificia Accademia delle Scienze, con l’UNESCO-CEPES, con il Consiglio d’Europa e con il patrocinio della Commis-sione Europea. Hanno aderito esponenti del mondo universitario provenienti da oltre 50 Paesi, guidati stamane dal cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3

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L’uomo è capolavoro della Creazione, – ricorda il Papa – illustrando i punti fermi della visione cristiana, in una fase in cui è “fondamentale” la questione antropologica. Al mondo accademico il Papa dice che ogni realtà culturale ha un passato e un futuro fatto di progetti, per poi sottolineare che “si tratta di chiarire quale sia la concezione dell’uomo che è alla base dei nuovi progetti”. E il Papa è molto chiaro e diretto quando afferma:

“E giustamente voi vi domandate a servizio di quale uomo intenda essere l’Università: di un individuo arroccato nella difesa dei soli suoi interessi, di una sola prospettiva di interessi, materialistica, o di una persona aperta alla solidarietà con gli altri, nella ricerca del vero senso dell’esistenza? Che deve essere un senso comune che trascende la singola persona”.


Stessa concretezza quando Benedetto XVI focalizza un altro punto essenziale: chiedersi “quale sia il rapporto tra la persona umana, la scienza e la tecnica”. E denuncia gravi rischi: “lo sviluppo tecnologico ha preso in carico, grazie all’informatica, una parte anche delle nostre attività mentali, – spiega – con conseguenze che coinvolgono il nostro modo di pensare e possono condizionare la nostra stessa libertà”. ”Occorre dire con forza – aggiunge – che l’essere umano non può essere mai sacrificato ai successi della scienza e della tecnica”. Ecco la questione antropologica, di fronte alla quale far valere la ricchezza del patrimonio delle Università europee:

“Per noi, eredi della tradizione umanistica fondata su valori cristiani, va affrontata alla luce dei principi ispiratori della nostra civiltà, che hanno trovato nelle Università europee autentici laboratori di ricerca e di approfondimento”.


La Chiesa – chiarisce il Papa – intende dare il suo contributo alla riflessione per la costruzione dell’Europa del terzo Millennio, alla quale sono chiamate proprio le Università. E a questo proposito Benedetto XVI ricorda che costante è stata la sollecitudine della Chiesa nei secoli verso i centri di studio. E che “le istituzioni universitarie si distinsero sempre per l’amore della sapienza e la ricerca della verità, con riferimento costante alla visione cristiana che riconosce nell’uomo il capolavoro della creazione”. “L’università – afferma Benedetto XVI – è nata dall’amore del sapere ed anche da un sapere che conduce all’amore”.

E a proposito del ruolo delle Università, spiega che “nell’attuale situazione ad esse è chiesto di non accontentarsi di istruire, ma di impegnarsi anche a svolgere un attento ruolo educativo al servizio delle nuove generazioni, facendo appello al patrimonio di ideali e valori che hanno segnato i millenni passati”.

Dunque, ecco il progetto per il futuro: “Aiutare l’Europa a conservare la sua ‘anima’ rivitalizzando quelle radici cristiane che l’hanno originata”.

Un progetto però che proprio perché si nutre della memoria del passato spinge Benedetto XVI a ricordare quanto notava Giovanni Paolo II nell’Esorta-zione post-sinodale Ecclesia in Europa: “Dalla concezione biblica dell’uomo, l’Europa ha tratto il meglio della sua cultura umanistica ed ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti inalienabili. In tal modo la Chiesa ha concorso a diffondere e consolidare i valori che hanno reso universale la cultura europea”. E il Papa aggiunge:

“Ma l’uomo non può comprendere se stesso in modo pieno se prescinde da Dio”.


“E’ questa la ragione – spiega – per la quale non può essere trascurata la dimensione religiosa dell’esistenza umana nel momento in cui si pone mano alla costruzione dell’Europa del terzo millennio”.
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