Mai sacrificare l’uomo a scienza e tecnica: cosi’ Benedetto XVI ai partecipanti al
seminario, in Vaticano, dedicato al ruolo delle universita’
( 01 aprile 2006 -RV) L’essere umano non può mai essere sacrificato ai successi della
scienza e della tecnica: è una delle riflessioni di Benedetto XVI nel discorso ai
partecipanti al Seminario sul tema “Il patrimonio culturale e i valori delle Università
europee come base per l’attrattività dello ‘Spazio Europeo di Istruzione Superiore’”.
L’incontro, in Vaticano, è stato organizzato in collaborazione con la Conferenza dei
Rettori delle Pontificie Università, con la Pontificia Accademia delle Scienze, con
l’UNESCO-CEPES, con il Consiglio d’Europa e con il patrocinio della Commis-sione Europea.
Hanno aderito esponenti del mondo universitario provenienti da oltre 50 Paesi, guidati
stamane dal cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione
Cattolica. Il servizio di Fausta Speranza:
********** L’uomo
è capolavoro della Creazione, – ricorda il Papa – illustrando i punti fermi della
visione cristiana, in una fase in cui è “fondamentale” la questione antropologica.
Al mondo accademico il Papa dice che ogni realtà culturale ha un passato e un futuro
fatto di progetti, per poi sottolineare che “si tratta di chiarire quale sia la concezione
dell’uomo che è alla base dei nuovi progetti”. E il Papa è molto chiaro e diretto
quando afferma:
“E giustamente voi vi domandate a servizio di quale uomo intenda
essere l’Università: di un individuo arroccato nella difesa dei soli suoi interessi,
di una sola prospettiva di interessi, materialistica, o di una persona aperta alla
solidarietà con gli altri, nella ricerca del vero senso dell’esistenza? Che deve essere
un senso comune che trascende la singola persona”.
Stessa concretezza
quando Benedetto XVI focalizza un altro punto essenziale: chiedersi “quale sia il
rapporto tra la persona umana, la scienza e la tecnica”. E denuncia gravi rischi:
“lo sviluppo tecnologico ha preso in carico, grazie all’informatica, una parte anche
delle nostre attività mentali, – spiega – con conseguenze che coinvolgono il nostro
modo di pensare e possono condizionare la nostra stessa libertà”. ”Occorre dire con
forza – aggiunge – che l’essere umano non può essere mai sacrificato ai successi della
scienza e della tecnica”. Ecco la questione antropologica, di fronte alla quale far
valere la ricchezza del patrimonio delle Università europee:
“Per noi, eredi
della tradizione umanistica fondata su valori cristiani, va affrontata alla luce dei
principi ispiratori della nostra civiltà, che hanno trovato nelle Università europee
autentici laboratori di ricerca e di approfondimento”.
La Chiesa – chiarisce
il Papa – intende dare il suo contributo alla riflessione per la costruzione dell’Europa
del terzo Millennio, alla quale sono chiamate proprio le Università. E a questo proposito
Benedetto XVI ricorda che costante è stata la sollecitudine della Chiesa nei secoli
verso i centri di studio. E che “le istituzioni universitarie si distinsero sempre
per l’amore della sapienza e la ricerca della verità, con riferimento costante alla
visione cristiana che riconosce nell’uomo il capolavoro della creazione”. “L’università
– afferma Benedetto XVI – è nata dall’amore del sapere ed anche da un sapere che conduce
all’amore”.
E a proposito del ruolo delle Università, spiega che “nell’attuale
situazione ad esse è chiesto di non accontentarsi di istruire, ma di impegnarsi anche
a svolgere un attento ruolo educativo al servizio delle nuove generazioni, facendo
appello al patrimonio di ideali e valori che hanno segnato i millenni passati”.
Dunque,
ecco il progetto per il futuro: “Aiutare l’Europa a conservare la sua ‘anima’ rivitalizzando
quelle radici cristiane che l’hanno originata”.
Un progetto però che proprio
perché si nutre della memoria del passato spinge Benedetto XVI a ricordare quanto
notava Giovanni Paolo II nell’Esorta-zione post-sinodale Ecclesia in Europa: “Dalla
concezione biblica dell’uomo, l’Europa ha tratto il meglio della sua cultura umanistica
ed ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti inalienabili. In tal modo
la Chiesa ha concorso a diffondere e consolidare i valori che hanno reso universale
la cultura europea”. E il Papa aggiunge:
“Ma l’uomo non può comprendere se
stesso in modo pieno se prescinde da Dio”.
“E’ questa la ragione – spiega
– per la quale non può essere trascurata la dimensione religiosa dell’esistenza umana
nel momento in cui si pone mano alla costruzione dell’Europa del terzo millennio”.
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