L'incontro in Vaticano degli Osservatori permanenti della Santa Sede: intervista con
mons. Lajolo
(20 marzo 2006 - RV) La Santa Sede, con i suoi rappresentanti, gioca un ruolo “fondamentale”
in seno alle Organizzazioni internazionali nel promuovere la pace e la giustizia e
nel tutelare la vita e i diritti dell’uomo da ogni forma di arbitrio. Lo ha affermato
sabato scorso Benedetto XVI nell’udienza concessa questa mattina ai rappresentanti
presso i 14 Organismi internazionali in cui la Santa Sede è oggi accreditata. L’incontro
con il Papa ha concluso una riunione di due giorni - il 17 e il 18 marzo - durante
la quale gli osservatori vaticani si sono confrontati con i vertici della Segreteria
di Stato e di alcuni dicasteri pontifici. In particolare – informa un comunicato -
gli argomenti di dibattito hanno riguardato la collaborazione della Santa Sede con
le organizzazioni cattoliche o di ispirazione cattolica, che operano all’interno delle
organizzazioni internazionali intergovernative, e l’evoluzione del concetto dei diritti
umani. La sintesi dell’intervento di Benedetto XVI nel servizio di Alessandro De Carolis:
Sull’incontro
in Vaticano degli Osservatori permanenti della Santa Sede Giovanni Peduto ha intervistato
l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati: ********* D.
– Mons. Lajolo, innanzitutto, quanti sono oggi gli Osservatori Permanenti della Santa
Sede?
R. - Gli Osservatori Permanenti della Santa Sede, ossia i Rappresentanti
Pontifici presso le Organizzazioni internazionali governative, di cui la Santa Sede
non è membro, sono oggi 8. Rappresentano la Santa Sede presso 14 enti internazionali.
Ad essi bisognerebbe aggiungere il Nunzio Apostolico presso le Comunità Europee, con
sede a Bruxelles.
D. – Come sono sorti?
R. - Essi sono sorti
dopo la seconda guerra mondiale, su sollecitazione di Stati membri delle stesse Organizzazioni,
attenti alla dimensione morale dei problemi internazionali, per i quali la Santa Sede
può offrire un contributo specifico. La Santa Sede, per la natura stessa internazionale
della Chiesa Cattolica, non poteva e non può disinteressarsi del ruolo crescente che
le medesime organizzazioni internazionali sono andate assumendo nel mondo contemporaneo.
D.
- Quale contributo danno gli Osservatori Permanenti?
R. - Nel breve ma
denso discorso che Benedetto XVI ha rivolto loro al termine dei lavori, il Papa ha
accennato al “contributo fondamentale” che essi danno al “rispetto dei diritti umani
e del bene comune e pertanto all’autentica libertà e alla giustizia”. Il Papa ha anche
rilevato che essi partecipano “con autorevolezza alla responsabilità profetica della
Chiesa, che intende continuare a levare la sua voce in difesa dell’uomo, anche quando
la politica degli Stati o la maggioranza dell’opinione pubblica si muovono in direzione
contraria”.
D. – Più concretamente in cosa consiste la loro attività?
R. - Più in concreto, attraverso i loro contatti e le notizie di cui essi per la loro
posizione vengono in possesso, come anche attraverso i documenti che essi hanno l’opportunità
di far circolare, o le dichiarazioni che possono emettere in diverse sedi, gli Osservatori
Permanenti della Santa Sede ne portano a conoscenza la posizione su diversi problemi
in discussione, insieme con le ragioni che la motivano. È un’attività che esige acutezza
di analisi, prontezza di intervento e grande tatto.
D. - Qual è stato lo
scopo di questo incontro?
R. - Nel Congresso delle Organizzazioni Cattoliche
internazionali, che ha avuto luogo a Gerusalemme nel novembre 2005, i rappresentanti
delle stesse Organizzazioni hanno manifestato l’esigenza di un loro migliore coordinamento
con la Santa Sede ed in particolare il desiderio di diverse ONG cattoliche – cioé
organizzazioni non governative cattoliche accreditate presso Organizzazioni internazionali
– di entrare in una più attiva collaborazione con gli Osservatori Permanenti della
Santa Sede. In risposta a tale richiesta un primo scopo dell’incontro degli Osservatori
Permanenti è stato proprio quello di esaminare questo tema: come favorire ed ulteriormente
sollecitare la collaborazione delle ONG cattoliche.
D. – C’è stato qualche
altro obiettivo specifico?
R. - Un secondo scopo è stato quello di esaminare
lo sviluppo dei diritti dell’uomo, dei concetti stessi e quindi dei contenuti che
ad essi si dà in seno alle Organizzazioni internazionali. Di fatto essi sono oggi
soggetti a sviluppi, talvolta promossi con molta spregiudicatezza da parti interessate,
che ad avviso della Santa Sede costituiscono piuttosto un’involuzione in materia,
con gravi pericoli per l’individuo e la società umana.
D. - Cosa è emerso?
R.
- Lo scambio di opinioni ha permesso tra l’altro di rilevare l’apporto che le varie
Conferenze Episcopali potrebbero dare alla formazione ed al rafforzamento delle ONG
di ispirazione cattolica, perché esse, pur agendo a nome proprio, possano operare
in maggiore sintonia con l’azione dei Rappresentanti Pontifici. Le ONG, in quanto
riflettono esigenze ed idee della base sociale, sono espressione di una dinamica democratica
alla quale le Organizzazioni internazionali sono sensibili, e di cui desiderano quindi
tenere conto. Le ONG cattoliche – vorrei sottolineare – sono l’espressione dell’impegno
apostolico dei laici come aventi una propria responsabilità nel popolo di Dio in favore
dell’animazione cristiana della società. Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione
Gaudium et spes, dedica un paragrafo espressamente ala partecipazione dei cristiani
alle istituzioni internazionali e dichiara: “una forma eccellente d'impegno per i
cristiani in campo internazionale è l'opera che si presta, individualmente o associati,
all'interno degli istituti già esistenti o da costituirsi, con il fine di promuovere
la collaborazione tra le nazioni”.
D. – E per quanto concerne i diritti
umani?
R. - Quanto al tema dei diritti umani si sono potute focalizzare
alcune problematiche, sia circa le priorità della nostra attenzione, sia circa la
maniera migliore per far comprendere il carattere sempre positivo-propositivo delle
prese di posizione della Santa Sede.
D. - In questo delicato momento internazionale
quali sono le principali sfide dell'attività diplomatica della Santa Sede?
R.
- I Rappresentanti Pontifici svolgono la loro attività diplomatica in totale sintonia
con il Santo Padre, che appunto “rappresentano”. Nel citato discorso, Benedetto XVI
ha parlato di “ingiustizie dai molti volti” e ne ha citato ad esempio due: primo,
“il volto del disinteresse o del disordine, che giunge a ledere la struttura di quella
cellula originale della società, che è la famiglia”; e secondo, “il volto della prepotenza
e dell’arroganza, che può arrivare fino all’arbitrio, mettendo a tacere chi non ha
voce o non ha forza per farla udire, come avviene nel caso dell’ingiustizia, che oggi
è forse la più grave, ossia quella che sopprime la vita umana nascente”. Ecco due
priorità chiaramente delineate: la famiglia e la vita nascente.
D. - Accanto
a questi due momenti, vi sono altre sfide?
R. - Vi sono altre sfide non
secondarie, come per esempio quelle della fame e della sete nel mondo. L’Osservatore
Romano del 19 marzo, che ha riportato il citato discorso del Santo Padre, riportava
pure l’ampio contributo della Santa Sede al IV Forum mondiale sull’acqua, in corso
a Città del Messico.
D. - Che giudizio dare del “Consiglio ONU” per i diritti
umani appena varato?
R. - Il Consiglio dell’ONU per i diritti umani costituisce
un naturale sviluppo della Commissione per i Diritti Umani, che ha sede a Ginevra.
Di per sé va giudicato come uno sviluppo positivo, perché testimonia l’accresciuta
importanza che l’ONU vuol dare al tema, aumentando l’autorevolezza dell’organo competente
a trattarne. Ma, tale Consiglio è solo uno strumento: tutto dipenderà dal lavoro e
dalle intese che raggiungeranno i 47 stati membri che lo compongono, durante il loro
mandato triennale. Ma non pochi di tali paesi danno dei diritti umani interpretazioni
riduttive, mentre altri vogliono includere tra i diritti umani fondamentali anche
diritti che tali non sono. La Santa Sede auspica che il lavoro del nuovo Consiglio,
certamente necessario, possa essere fruttuoso. Naturalmente, esso sarà seguito dagli
Osservatori Permanenti con aderente attenzione. ************