2006-03-18 17:00:54

Le sfide della Chiesa in America Latina: intervista con il card. Rodriguez Maradiaga


(18 marzo 2006 - RV) Una realtà sociale difficile dove la Chiesa vuole essere al fianco dei più poveri e deboli. E’ quella dell’America Latina che il giornalista del TG 2 Enzo Romeo ha voluto descrivere nel libro “L’Oscar color porpora”. Pubblicato dalla casa editrice Ancora, il volume tratteggia in particolare la figura del cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, da anni impegnato in una pastorale che ha coinvolto un gran numero di laici. Ieri a Roma, alla Pontificia Università Salesiana, alla presentazione del libro, un folto pubblico ha ascoltato con interesse il porporato parlare della sua terra. Tante le domande che gli sono state rivolte. Tiziana Campisi ha incontrato per noi il cardinale Rodríguez Maradiaga e gli ha chiesto di tracciare un profilo dell’odierna società latinoamericana: RealAudioMP3

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R. – La realtà sociale è di una grande povertà che invece di diminuire, cresce per distinte ragioni. Questo motiva un’immigrazione molto forte dai nostri Paesi dell’America centrale verso gli Stati Uniti, in gran parte illegale. Da Ecuador, Perù e Colombia verso la Spagna generalmente, poi verso l’Europa. Questa migrazione ci fa soffrire perché si vanno a trovare tante difficoltà, in alcuni Paesi come gli Stati Uniti crescono le barriere per fermarli: poi c’è anche stata una legge, recentemente introdotta dal Congresso americano e approvata, che aspetta l’approvazione del Senato, che dichiara l’immigrazione illegale come un crimine e questo veramente ci preoccupa moltissimo.

D. – La Chiesa come si inserisce in questa realtà?

R. – Attraverso la Buona novella del Vangelo vogliamo fare un’evangelizzazione che sia ben radicata nella vita della popolazione latino-americana. Un’evangelizzazione nuova che possa far scoprire nella Parola di Dio la luce per camminare nelle tenebre delle difficoltà, dei problemi della povertà. Poi essendo vicino ai popoli, per essere la voce di quelli che non hanno voce, per aiutare soprattutto quelli che soffrono.

D. – Di cosa necessita oggi la Chiesa in America latina e nell’Honduras in particolare?

R. – Certamente una delle cose di cui abbiamo più bisogno sono i sacerdoti. Nel ‘78, quando io sono stato nominato vescovo ausiliare, avevamo soltanto 190 sacerdoti per tutto il Paese, adesso siamo più di 400 e continuiamo a crescere con grande giubilo e con grande gioia. Però ne mancano ancora moltissimi, abbiamo ancora parrocchie che qui in Italia sarebbero diocesi, a volte con centomila abitanti. La missione ci interpella sempre e poi è cresciuto un laicato che collabora moltissimo, lavora, e la grande sfida è far sì che questi laici possano anche influire nella cultura, nella vita politica e in quella economica, per arrivare ad una maggiore equità.

D. – Che tipo di pastorale pensa per la sua Chiesa?

R. – Noi siamo contenti che ci sia una grande risposta e per questo dobbiamo incrementare soprattutto la pastorale biblica. Vuol dire, sull’esempio della lectio divina, come far crescere questo interesse per la parola di Dio e come rendere viva la Parola di Dio.

D. – Per risolvere i problemi più pressanti di cosa c’è bisogno nell’America Latina?

R. – C’è bisogno che questi trattati di libero commercio siano veramente liberi, che ci sia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio più sincerità per affrontare i veri problemi. Non si può continuare con protezionismi, non si può continuare con sussidi per i prodotti e vedere nell’Unione Europea una mucca con due dollari al giorno di sussidio, nel Giappone sono sette dollari, e ci sono più di un miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Questa veramente non è giustizia.

D. – Lei ha sottolineato l’esigenza di una formazione per i laici e soprattutto per quanti intraprendono poi la carriera politica…

R. – Questo è difficile perché bisogna incominciare dalla gioventù e per questo è importante il Compendio della dottrina sociale della Chiesa. E’ stato pubblicato finalmente l’anno scorso in spagnolo, la diffusione è stata grandissima. Noi pastori facciamo riunioni, per esempio con quanti sono nei partiti, per farli riflettere sul Compendio e devo dire che la gente si interessa. Poi nell’Università cattolica abbiamo introdotto una Cattedra di scienze politiche, non soltanto per insegnare teorie politiche, ma per fare della scienza una vita che si preoccupi del bene comune.
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