Il commento di padre Rupnik al Vangelo della terza Domenica di Quaresima
In questa 3a Domenica di Quaresima la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù
caccia i mercanti dal Tempio di Gerusalemme. I Giudei gli chiedono: «Quale segno ci
mostri per fare queste cose?». E Gesù risponde :
«Distruggete questo tempio
e in tre giorni lo farò risorgere».
Egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto
questo e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
********** Cristo
parlava del suo corpo che è tempio dello Spirito Santo inabitato dalla pienezza dell’amore
del Padre. Questo tempio, il suo corpo, è l’umanità di Cristo che sarà esposta alle
offese e al male del mondo tanto da essere distrutta fino alla morte. Cristo sul Golgota,
appeso sul legno della croce, morirà, ma risusciterà con un corpo glorioso, sfolgorante
e tutto ciò che era distrutto riapparirà in uno splendore senza paragone.
Questo
è per noi l’unico tempio e noi ne siamo le pietre vive. Il battesimo ci innesta in
questo corpo, in questo santuario dello Spirito Santo e dell’amore del Padre. Da ciò
possiamo comprendere e percepire noi stessi, nella nostra umanità, nella nostra corporeità,
come parte del corpo di Cristo, inabitato dallo Spirito Santo e da ciò possiamo anche
comprendere e percepire noi Chiesa come comunione, come un organismo vivente che si
rispecchia nel santuario che costruiamo. Proprio per questo, siamo chiamati ad essere
attenti a noi stessi e al santuario che costruiamo. **********