L'invito del Papa all'Angelus: ascoltare Cristo nella Scrittura, negli eventi, nei
fratelli, specialmente i più piccoli e poveri
(14 marzo 2006 - REV) Dio “sempre ci parla, ma s’aspetta da noi una più grande attenzione
specialmente in questo tempo di Quaresima”. Così il Papa all’Angelus di domenica scorsa
ha invitato i fedeli a meditare più intensamente la Parola del Signore in questo tempo
liturgico forte. E più volte in questo primo anno di Pontificato Benedetto XVI ha
raccomandato l’antichissima pratica della lectio divina, ovvero la lettura spirituale
della Sacra Scrittura. Ce ne parla Sergio Centofanti. ********** Benedetto
XVI raccomanda la lectio divina, ovvero “l’assidua lettura della Sacra Scrittura accompagnata
dalla preghiera” che “realizza quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta
Dio che parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore”. Ma sentiamo
direttamente dalle parole del Papa cosa è la lectio divina: “Essa consiste nel
rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ‘ruminandolo’
come dicono i Padri, e spremendone, per così dire, tutto il ‘succo’, perché nutra
la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta.
Condizione della lectio divina è che la mente ed il cuore siano illuminati dallo Spirito
Santo, cioè dallo stesso Ispiratore delle Scritture, e si pongano perciò in atteggiamento
di religioso ascolto”. Il Priore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi,
afferma che la lectio divina “vale non per quello che ci fa acquisire (avere), ma
per quello che ci fa diventare (essere)”. Il cardinale Carlo Maria Martini ricorda
gli “8 gradini” della lectio divina: innanzitutto la lectio: la lettura ripetuta,
calma e assidua delle Scritture cercando di essere “impastati” della Parola di Dio.
Quindi la Meditatio che è cercare di capire cosa quella Parola stia dicendo a me personalmente.
L’Oratio è preghiera spontanea, richiesta di perdono e di luce o di offerta. La Contemplatio
è dimorare con amore nel testo in un silenzio pieno di adorazione per Colui che è
il mio Salvatore. La Consolatio è la gioia del pregare, è sentire intimamente il gusto
delle cose di Dio. Da qui – afferma il cardinale Martini - nascono le scelte coraggiose
del cristiano. Il sesto gradino è la Discretio, il discernimento: è diventare sensibili
a tutto quello che è evangelico e a ciò che non lo è. La Deliberatio è la decisione
interiore di compiere quello che Dio mi ha fatto sentire e conduce all’ottavo gradino,
l’Actio, il frutto maturo di tutto il cammino, che è mettere in pratica la Parola
ascoltata. L’esistenza umana – ha detto all’Angelus Benedetto XVI – “procede più
nella penombra che in piena luce” e a volte vive “momenti di oscurità e anche di fitto
buio”. E’ la Parola di Dio ad accendere una “luce interiore” sul cammino della vita.
Per questo il Papa invita tutti a imitare Maria che custodiva e meditava costantemente
nel suo cuore la Parola di Dio: “Ecco allora il dono e l’impegno per ognuno di
noi nel tempo quaresimale: ascoltare Cristo, come Maria. Ascoltarlo nella sua Parola,
custodita nella Sacra Scrittura. Ascoltarlo negli eventi stessi della nostra vita
cercando di leggere in essi i messaggi della Provvidenza. Ascoltarlo, infine, nei
fratelli, specialmente nei piccoli e nei poveri, in cui Gesù stesso domanda il nostro
amore concreto. Ascoltare Cristo e ubbidire alla sua voce: è questa la via maestra,
l’unica, che conduce alla pienezza della gioia e dell’amore”. **********