Giustizia e carità inseparabili nell'impegno sociale del cristiano: così il Papa agli
imprenditori e i dirigenti cattolici dell'UCID
(4 marzo 2006 – RV) Il cristiano è chiamato a cercare sempre la giustizia, ma porta
in sé la spinta dell’amore, che va oltre la stessa giustizia. Sono parole di Benedetto
XVI che ha incontrato stamane nell’Aula Paolo VI i soci dell’Unione Cristiana Imprenditori
Dirigenti, circa 8000 persone. A tutti l’invito a valorizzare ogni persona, rifuggendo
da ogni forma di sfruttamento. Il servizio di Fausta Speranza:
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e carità sono i due aspetti inseparabili dell’unico impegno sociale del cristiano:
lo ribadisce il Papa spiegando:
“Il cammino compiuto dai laici cristiani,
dalla metà dell’Ottocento ad oggi, li ha condotti alla consapevolezza che le opere
di carità non debbono sostituirsi all’impegno per la giustizia sociale”.
E
se in questi ultimi tempi è più chiaro in tutti noi – sottolinea il Papa – è grazie
anche al magistero e alla testimonianza dei Romani Pontefici, ed in particolare dell’amato
Papa Giovanni Paolo II. E Benedetto XVI parla proprio di “strada compiuta” dalla
Comunità ecclesiale: lo dimostrano – spiega il Papa - la dottrina sociale della Chiesa
e soprattutto l’azione di tante aggregazioni di ispirazione cristiana come quella
dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. E in particolare parlando dell’Unione
stessa, Benedetto XVI esprime un apprezzamento per un proposito manifestato: quello
di “tendere ad un’etica che vada oltre la semplice deontologia professionale, anche
se, - aggiunge - nell’attuale contesto, questo già non sarebbe poco”. E il Papa ricorda
di aver dedicato al rapporto tra giustizia e carità una specifica riflessione nella
seconda parte dell’Enciclica Deus caritas est. Ed è chiaro l’incoraggiamento e
il monito per tutti i fedeli laici:
Ai fedeli laici, in modo particolare,
compete di operare per un giusto ordine nella società, partecipando in prima persona
alla vita pubblica, cooperando con gli altri cittadini sotto la loro personale responsabilità
(cfr Deus caritas est, 29).
Il segreto sta nell’essere animati da quella che
il Papa definisce ‘carità sociale’, “che rende attenti alle persone in quanto persone,
alle situazioni di maggiore difficoltà e solitudine, ed anche ai bisogni non materiali”.
Per poi ricordare che due anni fa, grazie al Pontificio Consiglio della Giustizia
e della Pace, è stato pubblicato il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.
“Si tratta – afferma - di uno strumento formativo quanto mai utile per tutti coloro
che intendono lasciarsi guidare dal Vangelo nella loro attività lavorativa e professionale”.
E dunque ai soci dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti l’invito a farne “un
punto di riferimento costante nell’esaminare le questioni, nell’elaborare i progetti,
nel cercare le soluzioni per i complessi problemi del mondo del lavoro e dell’economia”. Inoltre,
il Papa si congratula “per lo spirito positivo e di fiducia nella persona umana” che
anima la “Carta dei valori” dei giovani dell’UCID, sottolineando, in particolare,
il proposito di valorizzare ogni persona per quello che è e che può dare, secondo
i suoi talenti, rifuggendo da ogni forma di sfruttamento; come pure l’importanza riconosciuta
alla famiglia e alla responsabilità personale. “Si tratta di valori che purtroppo,
- spiega - anche a causa delle attuali difficoltà economiche, rischiano spesso di
non essere seguiti dagli imprenditori che sono privi di solida ispirazione morale”.
E’ indispensabile – ribadisce Benedetto XVI - l’apporto di quanti la attingono dalla
loro formazione cristiana, che a maggior ragione non va mai data per scontata, ma
sempre deve essere alimentata e rinnovata”. Infine, in vista della solennità di
san Giuseppe, Patrono dei lavoratori, il Papa lo indica “non solo quale celeste
protettore e intercessore per ogni benemerita iniziativa, ma prima ancora come confidente”
della preghiera, dell’impegno ordinario.