2006-02-28 15:20:30

Presentato in Sala stampa vaticana il documento sulla pastorale degli Zingari


(28 febbraio 2006 - RV) Un popolo in viaggio spesso colpito, nel corso dei secoli, da persecuzioni e segnato a dito da discriminazioni e pregiudizi, in gran parte figli di un’incomprensione culturale. Si tratta degli Zingari, ai quali la Chiesa, attraverso il Pontificio Consiglio per la Pastorale per i Migranti e gli itineranti, ha dedicato un documento che contiene una visione d’insieme dell’azione della Chiesa per l’evangelizzazione delle popolazioni nomadi. Il documento - in gestazione sin dal 2001 per la sua notevole complessità - si intitola “Orientamenti per una pastorale degli Zingari” ed è stato presentato questa mattina in Sala stampa vaticana, con gli interventi del presidente del dicastero vaticano, il cardinale Fumio Hamao, e del segretario, l’arcivescovo Agostino Marchetto. A quest’ultimo, Giovanni Peduto ha chiesto di illustrare le linee-guida del testo: RealAudioMP3


Nel corso dei vari interventi in Sala Stampa, il cardinale Hamao ha ribadito il “diritto ad una propria identità” per gli zingari, per i quali – ha ricordato - Giovanni Paolo II ebbe modo di spendere in più occasioni parole di comprensione e di rispetto, culminate con la Messa del Perdono del Giubileo, quando Papa Wojtyla invitò i cristiani a “pentirsi delle parole e dei comportamenti” indotti dall’odio e dall’orgoglio verso le minoranze, come appunto gli zingari. Da parte sua, mons. Marchetto ha definito la solidarietà e la spinta alla conoscenza delle varie famiglie nomadi “una causa di liberazione e di dignità”. Il presule ha parlato del numero dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose di origine zingara (Rom, Sinti ecc..) – una trentina circa - che operano attualmente in varie diocesi d’Europa. Per quanto riguarda l’istruzione e la formazione dei giovani zingari – sono 4 milioni gli adolescenti e i ragazzi in età scolare in tutta Europa – lo stesso mons. Marchetto ha parlato, tra l’altro, dell’“opportunità di tradurre la Bibbia, i testi liturgici e i libri di preghiera nella lingua usata dai vari gruppi etnici delle diverse regioni”.








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