BAGHDAD, 28 feb. - Digiuno e preghiera per la riconciliazione nel Paese. E’ con questo
spirito che le comunità cattoliche caldee dell’Iraq hanno iniziato, domenica scorsa,
il loro cammino quaresimale. Ad affermarlo al Sir, in un’intervista pubblicata su
www.agensir.it, è mons. Shlemon Warduni, vescovo caldeo ausiliare di Baghdad. "Nella
tradizione caldea – spiega il presule - la Quaresima e la Pasqua sono in qualche maniera
collegate alla festa dei Defunti e di Ognissanti. Venerdì 24 febbraio abbiamo celebrato
la ricorrenza dei Defunti. La memoria dei Defunti è un anticipo della Quaresima che
nella chiesa caldea inizia domenica 26 febbraio. Con questa ricorrenza ha inizio
anche il digiuno quaresimale che termina il venerdì dopo Pasqua, per noi solennità
di Ognissanti, che ci ricorda che risorgiamo tutti con Cristo. Nella speranza del
Risorto vivremo questo tempo di digiuno e preghiera". “Digiunare – spiega mons. Warduni
- è la scelta libera e consapevole di una persona che rinuncia volontariamente a qualcosa.
Anche se si trova a vivere in una situazione obiettivamente difficile come quella
in Iraq. Il magistero della Chiesa ci insegna che il senso profondo del digiuno non
è solo distacco dal cibo ma anche dal peccato. Deve aiutarci a riconciliarci con noi
stessi e con gli altri per essere capaci di condividere anche il pane. è proprio con
questa speranza nella riconciliazione che vivremo la Quaresima”. In Iraq i cristiani
sono circa 750mila, il 3 per cento della popolazione, in maggioranza di rito cattolico-caldeo.
(Sir – MANCINI)