2006-02-28 15:16:38

Benedetto XVI alla Conferenza sul microcredito: la povertà si sconfigge con la cultura della solidarietà


(28 febbraio 2006 - RV) Un “rinnovato impegno per la promozione della cultura della solidarietà ispirata ai valori evangelici” è l’auspicio e l’incoraggiamento che Benedetto XVI, tramite un telegramma a firma del Segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, ha fatto pervenire ai partecipanti alla Conferenza internazionale organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e conclusasi oggi su “Microcredito e lotta alla povertà”.

La giornata conclusiva, dopo la tavola rotonda di ieri pomeriggio con la presentazione di diverse esperienze sul fronte dei finanziatori, ha offerto stamani uno spaccato dei risultati raggiunti dal microcredito da parte di gruppi ecclesiali operanti nel settore, con la partecipazione di personalità africane, mediorientali, americane, asiatiche ed europee. Ne è scaturita l’affermazione che l’accesso al credito è oggi una imprescindibile esigenza di giustizia e, come al tempo in cui sorsero nel Quattrocento ad opera dei francescani le prime istituzioni creditizie a favore dei più poveri, così anche oggi bisogna inventare nuove possibilità di accesso al credito per chi ne è normalmente escluso in ambito bancario. Le testimonianze provenienti da vari Paesi, dall’Etiopia al Rwanda, dal Perù all’India, dalla Cambogia alla Germania e all’Italia, hanno indicato nel microcredito – pur con limiti e rischi da tenere presenti – una delle chiavi importanti per sostenere lo sviluppo, dando un reale contributo al raggiungimento del più ambizioso degli obiettivi del Millennio: la riduzione della povertà nel mondo.

Illustrando la prospettiva morale del tema oggetto della Conferenza, la prof.ssa Margareth Pfeill dell’Università statunitense Notre Dame, nell’ultima relazione del convegno, ha sottolineato l’esigenza che i programmi di microcredito tendano allo sviluppo integrale di ciascun partecipante, la persona che è soggetto dell’attività economica. “A questo scopo – ha detto - le iniziative di microcredito possono al meglio realizzarsi come strumenti di finanza etica coltivando l’ethos della solidarietà, uno spirito di condivisione dei beni della creazione e le proprie capacità in risposta di gratitudine agli abbondanti frutti dell’amore di Dio, facendo sì che l’amore dia forma alle esigenze di giustizia in attuazione del bene comune”.

Nelle osservazioni conclusive, il presidente del Pontificio Consiglio, cardinale Renato Martino, definendo la Conferenza “una stimolante esperienza ricca di sfide e di salutari provocazioni”, ha sottolineato che il microcredito “va concepito come uno strumento finanziario che deve funzionare in vista di inserire i poveri dentro processi virtuosi di sviluppo, caratterizzati da una cultura della partecipazione e dell’esperienza solidale del protagonismo dei poveri stessi nel dare risposte adeguate ai loro problemi”. Di qui la necessità di una “sinergia degli strumenti e di una più dinamica operatività tra le iniziative della cooperazione internazionale, dentro uno cultura caratterizzata dalla solidarietà e dalla sussidiarietà”. Il porporato ha anche messo in guardia dal “rischio, né lontano né irreale, che il microcredito venga considerato da alcuni come una ghiotta opportunità di allargare i propri mercati finanziari, guidati unicamente dall’idea della massimizzazione del profitto”. I cattolici dovranno pertanto essere in prima linea in quella “fantasia della carità”, sociale, economico-finanziaria e politica, capace di sostenere ciò che la corrente razionalità finanziaria considera una specie di contraddizione: la bancabilità dei non bancabili.








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