PORTOGALLO: MESSAGGIO DEI SUPERIORI RELIGIOSI D'EUROPA
FATIMA, 16 FEB. - Primato di Dio, vita comunitaria, riconciliazione e la scelta “liberamente”
presa di vivere in castità, povertà e ubbidienza. Sono questi valori la “ricchezza
della vita religiosa”. Da oggi vogliono diventare “una risposta alle sfide dell’Europa”.
È una promessa di impegno il messaggio che i religiosi e le religiose del continente
hanno diffuso, martedì scorso, al termine della XII Assemblea dell’Unione delle Conferenze
europee dei superiori maggiori (Ucesm). L’assemblea ha avuto luogo a Fatima, in Portogallo,
dal 6 al 12 febbraio. Tema la “Vita religiosa oggi: la nostra vita spirituale di
fronte alle sfide europee”. Come è noto, aderiscono all’Ucesm i superiori e le superiori
maggiori di Istituti religiosi di tutta Europa, per una rappresentanza di circa 395mila
religiosi e religiose. “L’Europa – si legge nel messaggio – si trova di fronte a una
moltitudine di sfide che suscitano speranza e creatività ma anche paura, ripiegamento
e sfiducia. Queste sfide ci interpellano. Sono anche le nostre”, per quanto di “più
essenziale e prezioso” rivelano: “La vita e il suo senso, la dignità di ogni persona
umana, la giustizia e la pace”. Il messaggio esordisce evocando “il primato di Dio”
scelto dai religiosi nelle loro vite e aggiunge: “L’esperienza della preghiera e della
contemplazione ci fa testimoni capaci di proporre la fede in un mondo alla ricerca
di senso, spesso privo di speranza e incerto per l’avvenire”. Forte l’appello sulla
riconciliazione: “Diventiamo testimoni di un perdono capace di guarire le ferite dentro
di noi, tra noi e tra i popoli che soffrono del peso della storia e nelle società
segnate dalla violenza”. (Sir – MANCINI)