INDIA: LA CONFERENZA DEI RELIGIOSI INDIANI RIUNITA IN ASSEMBLEA CHIEDE PIÙ SPAZIO
ALLE DONNE NELLA CHIESA
KOCHI, 4 FEB. - Porre fine al predominio maschile e alla dicriminazione della
donna in seno alla Chiesa indiana cambiando la sua ancora diffusa mentalità “patriarcale”.
E’ l’obiettivo che si è prefissa la Conferenza dei religiosi dell’India (Cri) al termine
della sua assemblea triennale, tenutasi nei giorni scorsi a Kochi, nello Stato del
Kerala. Al centro della riunione, cui hanno partecipato 575 Superiori e Superiore
Maggiori, in rappresentanza delle 125mila religiosi e religiose del Paese, è stato
appunto il tema “Una Chiesa sensibile alla questione di genere”. Una questione sempre
più sentita dal mondo cattolico femminile in India, laico e religioso, ma sinora trascurata
dall’insieme della Chiesa locale, dove la donna, come nel resto della società indiana,
continua a godere di scarsa considerazione e a svolgere un ruolo subalterno. Di qui
l’esigenza avvertita dai Superiori e dalle Superiore indiane di promuovere “un cambiamento
di mentalità, di cultura, comportamenti, azioni, scelte e decisioni” per sensibilizzare
le varie realtà ecclesiali locali su questa problematica. La sfida di fondo della
Chiesa in India oggi in questo ambito - afferma la dichiarazione finale dell’assemblea
- “è il cambiamento da una mentalità patriarcale a una cultura partecipativa e collaborativa
in cui uomini e donne possano lavorare insieme per la promozione della giustizia e
della fratellanza nella Chiesa e nella società”. Per questo - è stato evidenziato
- occorre innanzitutto garantire pari opportunità di partenza quindi, in particolare,
favorire l’accesso delle donne agli studi teologici, biblici e canonici. I partecipanti
hanno inoltre deciso di stabilire un tavolo di dialogo con le congregazioni religiose
e la Conferenza episcopale indiana (Cbci) per definire, entro i prossimi due anni,
direttive volte a promuovere la pari dignità delle donne nella Chiesa a tutti i livelli.
(Ucan – LZ)