VENEZUELA: "LA CHIESA HA IL DIRITTO DI ESPORRE LA PROPRIA OPINIONE"
CARACAS, 18 gen. – “Le dure critiche rivolte dal card. Rosalío Castillo Lara al presidente
Chávez durante l’omelia per la celebrazione dell’apparizione delle Divina Pastora,
sono legittime e quanto mai opportune”. Lo ha detto in una intervista ad Union Radio
il rettore del Collegio Venezuelano a Roma, il padre Pedro Freites, già responsabile
del Programma Ispanoamericano della Radio Vaticana. “A mio avviso - ha aggiunto il
religioso - è stata un’occasione che il porporato non poteva perdere, perché da tutto
il paese si stanno levando grida di disperazione che continuano ad essere inascoltate”.
“Il card. Castillo Lara ha parlato come profeta, e quindi con i toni alti, denunciando
apertis verbis la drammatica situazione in cui versa il Venezuela. Raramente ci siamo
trovati, nel corso della nostra storia, in condizioni simili di emergenza” ha tuonato
il rettore del Collegio. "Il cardinale ha forse mentito? E’ falso dire che viviamo
in un regime dittatoriale? - si è domandato il sacerdote -. Il governo prima di accusare
la Chiesa di cospirazione, dovrebbe presentare le prove”. Infine una precisazione:
“La Chiesa ha il diritto e il dovere di esprimere la propria opinione, perché la fede
non un concetto astratto. Il cardinale ha detto la verità, ma a quanto pare le sue
parole hanno offeso chi vive nelle tenebre dell’errore” ha concluso. Nel corso della
sua omelia, di fronte a migliaia di fedeli riuniti nella cattedrale di Barquisimeto,
per la messa al termine della processione della Divina Pastora, il card. Rosalio Castillo
Lara aveva criticato duramente l’esecutivo di Chávez, affermando che “un governo eletto
democraticamente da sette anni ha perso la sua piega democratica e presenta segni
di dittatura, dove i poteri sono praticamente in mano ad una persona sola in una situazione
di estrema gravità”. Dura la replica del presidente venezuelano, che nel corso del
suo programma settimanale trasmesso alla tv a alla radio, ha accusato la chiesa cattolica
di “indubbia provocazione” , esigendo le scuse per gli “insulti” ricevuti. (Aci
– DIONISI)