2006-01-18 18:41:39

CROAZIA/BOSNIA: IL CARDINALE PULJIC INCONTRA IL PREMIER CROATO SANADER


 
ZAGABRIA, 18 gen. - “Noi croati della Bosnia-Erzegovina non cerchiamo alcun privilegio, ma vogliamo pari diritti per le tre nazioni bosniache. Il mio timore è tuttavia che le modifiche che si vogliono apportare alla Costituzione bosniaca [fissata dagli Accordi di Dayton del 1995, ndr] possa fare diventare i croati della Federazione cittadini di serie B. Ci aspettiamo pertanto che la Repubblica di Croazia, come firmataria degli Accordi di Dayton, faccia sentire la sua voce a tutela dei diritti dei croati di Bosnia”. E’ quanto si legge in una dichiarazione del cardinale arcivescovo di Sarajevo Vinko Puljic, al termine di un incontro, lunedì a Zagabria, con il Primo Ministro croato Ivo Sanader. Al centro dei colloqui appunto gli ultimi sviluppi della situazione in Bosnia-Erzegovina con riferimento alla comunità croato-bosniaca e in particolare le attuali proposte di modifica alla Costituzione provvisoria del 1995 in vista di un eventuale ingresso del Paese nell'Unione Europea e nella Nato. In base agli Accordi di Dayton che posero fine alla guerra iniziata nel 1992, la Bosnia è attualmente divisa in due entità - una musulmana-croata, la seconda serba -, con tre presidenti a rotazione e larghe autonomie, mentre la sua gestione è affidata all'Ufficio dell'Alto rappresentante della Comunità internazionale con pieni poteri di intervento sulle decisioni delle istituzioni locali. Le modifiche costituzionali in discussione mirano in sostanza ad una presidenza unica e a un governo con maggiori poteri. Esse però incontrano non poche resistenze. Durante l’incontro con il premier croato, il cardinale Puljic ha fatto presenti le riserve in proposito dei vescovi della Bosnia, preoccupati che le modifiche possano penalizzare ancora una volta la comunità croato-bosniaca e ha ringraziato il governo croato per l’aiuto sinora dato ad essa. Alla conferenza stampa seguita all’incontro, l’arcivescovo di Sarajevo ha ricordato le difficili condizioni in cui continuano a vivere i cattolici bosniaci, molti dei quali, a dieci anni da Dayton, non hanno ancora potuto fare rientro nelle proprie case.
(Ika – LZ)







All the contents on this site are copyrighted ©.