SLOVACCHIA: VERSO IL VOTO ALL'ACCORDO CON LA SANTA SEDE
BRATISLAVA, 12 gen. - “Ci stiamo abituando a guardare verso Bruxelles con gli stessi
sentimenti che prima accompagnavano lo sguardo verso Mosca. Ma con una differenza:
l'anonimato dell'ideologia”. E’ quanto scrive Marian Gavenda, portavoce della Conferenza
episcopale slovacca, in una nota “on line” su Sir Europa di ieri sera (www.agensir.it).
“Il Partito comunista aveva linee ideologiche ben definite e ancor più difese. Bruxelles
appare senza una propria ideologia ma la possiede”, osserva Gavenda, che ricorda che
il parlamento slovacco è chiamato a votare l'accordo con la Santa Sede sull'obiezione
di coscienza. “Si tratta di un accordo unico nel suo genere”, spiega il portavoce
dei vescovi della Slovacchia: “Con altri Stati, infatti, l'obiezione di coscienza
é inserita nel Concordato o prevista da altre leggi. Anche se la Repubblica Slovacca
ha adottato un norma che prevede l'autonomia nelle decisioni di ordine morale, etico
e culturale, assicurandosi in tal modo, almeno una relativa autonomia rispetto a Bruxelles,
l'accordo con la Santa Sede, che dovrebbe garantire la libertà di coscienza, incontra
enormi problemi”, perché “alcuni ambienti di Bruxelles lo ritengono una minaccia ai
diritti umani e causa di discriminazioni”. Per le Chiese, tale situazione di difficoltà
– conclude Gavenda - rappresenta tuttavia “un'opportunità per ‘dare più anima’ all'Europa
che ne sta rimanendo priva”. (Sir - MANCINI)