2006-01-12 14:57:57

Il Papa invia in missione nelle zone più scristianizzate del mondo oltre 200 famiglie del Cammino Neocatecumenale


(12 gennaio 2006 - RV) Benedetto XVI ha inviato questa mattina nell’Aula Paolo VI duecento famiglie in missione in alcune delle zone più scristianizzate del mondo nel corso della prima udienza concessa dal Papa al Cammino Neocatecumenale. Questa esperienza di iniziazione cristiana è presente in più di 900 diocesi del mondo, con oltre 20.000 comunità in 6.000 parrocchie.
All’udienza hanno partecipato 5 cardinali e 30 vescovi, insieme a più di 1100 presbiteri missionari formati nei 63 seminari “Redemptoris Mater” nati in questi anni, e duemila seminaristi assieme ai loro rettori. Presenti anche 700 catechisti itineranti in tutto il mondo e i rappresentanti delle comunità neocatecumenali di Roma: in tutto circa 10.000 persone.
Il servizio di Roberto Piermarini: RealAudioMP3

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Momento centrale dell’udienza, l’invio di oltre 200 famiglie nelle zone più povere e scristianizzate dei cinque continenti che hanno ricevuto dal Papa un crocifisso che li accompagnerà nella loro missione. Questi nuclei familiari inizieranno una ‘implantatio ecclesiae’ in zone dove grandi masse di persone non hanno più alcun rapporto con la Chiesa. “E’ un compito questo, ha detto Benedetto XVI, che si colloca nel contesto della nuova evangelizzazione nella quale gioca un ruolo quanto mai importante proprio la famiglia. Il crocifisso che avete ricevuto sarà vostro inseparabile compagno di cammino, mentre proclamerete con la vostra azione missionaria che solo in Gesù Cristo, morto e risorto, c’è salvezza”.


“Di Lui sarete testimoni miti e gioiosi percorrendo in semplicità e povertà le strade d’ogni continente, sostenuti da incessante preghiera ed ascolto della parola di Dio e nutriti dalla partecipazione alla vita liturgica delle Chiese particolari a cui sarete inviat”.i


“Care famiglie – ha continuato il Papa – voi potete testimoniare con la vostra storia che il Signore non abbandona quanti a Lui si affidano. Continuare a diffondere il Vangelo della vita”:

“In un mondo che cerca certezze umane e terrene sicurezze, mostrate che Cristo è la salda roccia su cui costruire l’edificio della propria esistenza e che la fiducia in lui riposta non è mai vana”.


Benedetto XVI ha ricordato le numerose vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata nate all’interno del Cammino Neocatecumenale e ha sottolineato che la centralità del mistero di Cristo celebrato nei riti liturgici costituisce una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive e perseveranti. “Per questo le norme indicate nel recente documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti concernente la Celebrazione eucaristica – ha detto - se osservate attentamente, possono rendere ancora più efficace l’apostolato del Cammino Neocatecumenale in piena comunione con il Papa ed i Pastori di ogni Diocesi. “Così facendo – ha affermato il Papa – il Signore continuerà a benedirvi con abbondanti frutti pastorali”.


Al termine dell’udienza Benedetto XVI ha inviato anche sette presbiteri accompagnati ciascuno da tre famiglie in diverse zone della ex-Germania dell’Est, dell’Olanda e del sud della Francia. L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, insieme a Carmen Hernandez e Padre Mario Pezzi ha ricordato come queste famiglie siano il frutto di un cammino di conversione:

“Siamo veramente felici. Dio ci sostiene nella nostra missione di portare il Vangelo a tutte le genti. Noi stiamo aprendo un cammino di iniziazione cristiana nelle parrocchie, per riscoprire la ricchezza del Battesimo, formando comunità cristiane. La Vergine Maria ci ha detto: ‘Fate comunità come la Santa Famiglia di Nazareth, che vivano in umiltà, semplicità e lode, dove l’altro è Cristo’. Questo stiamo portando avanti nelle parrocchie: il Concilio Vaticano II attraverso un cammino di iniziazione cristiana, vissuto in piccole comunità cristiane che diano al mondo i segni che chiamano l’uomo contemporaneo alla fede”.


A conclusione dell’udienza abbiamo raccolto la testimonianza di alcune famiglie che stanno evangelizzando in varie parti del mondo:


R. – La mia esperienza di missione, fatta fino ad oggi, è che Dio ha sempre provveduto. Ci siamo sentiti accolti ed ha sempre dato, anche ai nostri figli, una parola in risposta alla sofferenza, alla sofferenza della Croce. I bambini sono stati bravissimi perché sono entrati in queste piccole sofferenze guardando a Cristo che li aiutava e li sosteneva.


D. – Che cosa vi spinge a lasciare tutto e ad andare in missione?


R. – L’aver sperimentato nella nostra vita la misericordia di Dio, il perdono gratuito sulle nostre debolezze e sui nostri peccati. Questo ci rende sensibili alle sofferenze di tanti fratelli che aspettano l’annuncio di una buona notizia.


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D. – La vostra esperienza di missione - famiglia in Israele?


R. – Quello che ci ha riempito di gioia è l’evangelizzazione che si fa presso gli arabo-cristiani della Galilea.


D. – L’esperienza di aver lasciato l’Italia e di essere andati in una terra completamente nuova come Israele?


R. – Sono arrivata con tanto entusiasmo, poi ho visto invece che Dio da me voleva la fede e ho scoperto che di fede non ne avevo poi molta perché mi ribellavo di fronte alle difficoltà, alle fatiche, a tante cose che mi succedevano. Allora ho scoperto che il dono di essere in missione è proprio fare un incontro vero, autentico con Dio. Le difficoltà ti mettono in crisi però ti vengono anche a dire: e adesso che cosa fai ? L’uomo non ti aiuta, nessuno di aiuta… rimane Dio. Dio ti aiuta? Bene allora esiste.


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D. – Un docente universitario che lascia tutta, va in Australia, lascia l’Italia. Che cosa lo spinge a fare questo?


R. – Soprattutto la gratitudine per il Signore che ha fatto tantissimo per me, per la mia famiglia. Ho visto come il Signore ha cambiato tutta la mia storia, il mio matrimonio. Io avevo un matrimonio distrutto, il Signore l’ha ricostruito. C’è voluto tempo perché ho capito dopo molto tempo quanto il Signore aveva fatto per me, ma questo mi ha fatto capire che quello che conta soprattutto è seguire Lui, non tanto il lavoro o altre cose. Poi ho ritrovato anche il lavoro all’Università. Ma questo è stato una conferma che il Signore voleva che andassimo là con tutta la famiglia.


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D. – L’esperienza della Finlandia?


R. – Noi siamo in Finlandia da un anno e mezzo. I bambini si stanno integrando andando a scuola, con le difficoltà che ci sono. E’ una bella esperienza. Stiamo vedendo Dio.


D. – A livello ecumenico qual è il rapporto che avete con le altre confessioni cristiane?


R. – Ci stiamo aprendo molto con i luterani e con gli ortodossi, con i quali il Cammino Neocatecumenale, attraverso alcuni fratelli, ha iniziato delle catechesi e delle liturgie della Parola insieme ai luterani e agli ortodossi nella città di Oulu.
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