L'Iraq ha vinto la paura: quasi il 70% al voto. Vantaggio per il fronte sciita.
L'Italia riduce il contingente
(16 dicembre 2005 - RV) L’Iraq ha vinto la paura e la minaccia di attentati. Quasi
il 70% degli aventi diritto al voto, infatti, ha affollato ieri i seggi per le elezioni
parlamentari che dovranno designare 275 deputati. Alta l’affluenza anche della popolazione
sunnita, che aveva boicottato le precedenti consultazioni. Secondo le prime proiezioni,
il fronte sciita mantiene un forte seguito insieme alla formazione dell’ex primo ministro
Allawi. In tutto il Paese durante la notte è iniziato il frenetico spoglio delle schede
elettorali. A Baghdad è ancora coprifuoco. E pure oggi negozi e frontiere resteranno
chiusi. Dalla capitale irachena, il servizio di Barbara Schiavulli:
E proprio
in coincidenza di questo ulteriore passo dell’Iraq verso la normalizzazione, l’Italia
rivede la propria presenza militare nel Paese del Golfo. Sentiamo il ministro della
Difesa, Antonio Martino:
Sullo storico
voto di ieri in Iraq, che il sindaco di Falluja ha definito “un grande evento democratico”,
il commento dello scrittore iracheno sunnita, Yùnis Tawfik, che da anni vive in Italia:
Ma in
definitiva che valore geopolitico attribuire al voto di ieri in Iraq? Ascoltiamo,
nell’intervista di Fausta Speranza, la riflessione del prof. Giuseppe Bettoni, docente
di geopolitica all’Università romana di Tor Vergata: