2005-12-11 15:12:19

"La società dei consumi inquina lo spirito del Natale, va recuperata la tradizione del Presepe". Così all'Angelus il Papa che ha benedetto i bambinelli. Un commento del padre guardiano di Greccio, Massimo Cocci


(11 dicembre 2005 - RV) Non lasciare che lo spirito del Natale venga alterato dall’inquinamento commerciale della società odierna: è il forte richiamo espresso da Benedetto XVI all’Angelus domenicale, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Il Santo Padre ha avvertito che per evitare questo rischio bisogna lasciarsi guidare da Maria. Quindi, nella giornata in cui ha benedetto i Bambinelli e le statuine del Presepe, il Papa ha sottolineato che proprio il Presepe può rivelarsi uno strumento semplice ed efficace per trasmettere la fede ai propri figli. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

In piazza San Pietro, si respirava un clima particolarmente gioioso: tanti erano infatti i piccoli fedeli venuti a far benedire i Bambinelli dal Papa. Per molti di loro, è stata anche la prima occasione per vedere da vicino Benedetto XVI. Alessandro Gisotti si è recato in piazza per raccogliere le loro emozioni: RealAudioMP3

Nacque dunque in una verde vallata a una ventina di chilometri da Rieti il primo presepe vivente della storia. Una valle che ispirò S. Francesco con la semplicità della sua natura, un simbolo della povertà di Betlemme. Ieri, all’Angelus, Benedetto XVI ha richiamato ai cristiani il celebre Presepe di Greccio, che il Santo di Assisi realizzò in un Natale di circa 800 anni fa. Un presepe che da allora, ha detto il Papa, è divenuto un simbolo che “può aiutarci a capire il segreto vero del Natale”, senza le derive consumistiche che questa festa porta da molto tempo con sé. Alessandro De Carolis ne ha parlato con padre Massimo Cocci, guardiano del Santuario francescano di Greccio:

R. – Francesco dice nei suoi scritti che amava ritornare a Greccio, perché che era un luogo semplice e ricco di povertà: quella povertà che gli ricordava il luogo dove Gesù ha voluto nascere, nella grotta di Betlemme. Di qui, il nome di Greccio, “Betlemme francescana”.

D. – Il richiamo di Benedetto XVI all’“inquinamento commerciale” del Natale rischia di essere banalizzato o di cadere nel vuoto a causa di una mentalità che ha trasformato questa festa in un prodotto. Cosa può fare un cristiano per riscoprire lo spirito del Natale, come chiede il Papa, tralasciando il marketing del Natale?

R. – Innanzitutto, penso, riscoprire la ricchezza dei rapporti interpersonali, perché Gesù ha voluto prendere la nostra umanità appunto per ridonarci una dignità superiore. Il consumismo ci allontana purtroppo dall’essenziale e dalla verità più profonda della nostra vita. Quel donarsi gratuitamente - come Gesù bambino nell’umiltà della grotta di Betlemme ci insegna - dovrebbe essere per noi uno stimolo a sapere guardare alle necessità dell’altro, dalla povertà materiale a quella spirituale, alla solitudine. Penso che il messaggio del Santo Padre debba essere letto proprio nella chiave della riscoperta della nostra umanità.

(musica)


D. – Si potrebbe dire che il dono da poter fare a Natale, periodo in cui ci si scambiano i regali, potrebbe essere prima di tutto il dono di se stessi…

R. – Certamente, perché nessuno è così ricco da non accogliere l’altro come persona. E nessuno è così povero da non poter dare altro alle altre persone.

D. – Se San Francesco costruisse oggi il suo presepe a Greccio, cosa direbbe ai cristiani del XXI secolo?

R. – Francesco ha voluto rappresentare qui il Presepe vivente proprio per vedere con gli occhi della carne i disagi nei quali si è trovato Gesù nella Grotta di Betlemme. Ma non dimentichiamo che oltre a rappresentare il primo presepio vivente, Francesco qui, nella grotta di Greccio, ha voluto anche che fosse celebrata la Santa Messa. Quindi, il mistero dell’Eucaristia – e abbiamo appena terminato di celebrare l’Anno dell’Eucaristia – ci deve far ritornare a ciò di cui veramente l’uomo ha bisogno. Penso dunque sia questo il messaggio che oggi Francesco voglia rilanciare alla vita di ciascuno di noi.
 







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