Lotta alla tratta degli esseri umani e alla proliferazione delle armi nucleari. Intervento
di mons. Lajolo alla riunione OSCE in Slovenia
(6 dicembre 2005 - RV) “La Santa Sede apprezza fortemente l'intenzione degli Stati
partecipanti di dare più stretta attenzione al flagello del traffico di essere umani
e di sostenere la volontà di adottare un approccio rivolto alle vittime”. E' uno dei
passaggi centrali dell’intervento dell’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per
i Rapporti con gli Stati, alla 13.ma riunione dei ministri degli Esteri dei 55 Stati
dell'OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in corso
a Lubiana, in Slovenia. Mons. Lajolo, a capo della delegazione vaticana, ha sottolineato
l’importanza dell'OSCE che – ha rilevato – “può offrire un valido contributo affinché
le politiche degli Stati partecipanti abbiano come riferimento l'unita' della famiglia
umana, e della famiglia di ciascun migrante, e offrano garanzie di prosperità con
rispetto per tutti”. Valori che in diverse circostanze non trovano purtroppo tutela
né applicazione. “Nelle aree del traffico di essere umani e dell'emigrazione - ha
proseguito mons. Lajolo – c’è bisogno di concrete misure di assistenza per alleviare
le sofferenze di tanti uomini e donne, e per ristabilire il rispetto della loro umana
dignità”.
Il presule ha dedicato un passaggio del suo intervento ad alcuni
dei problemi più urgenti e in crescita contro i quali la comunità internazionale si
trova a lottare: dal terrorismo, alla proliferazione delle armi di distruzione di
massa, alle organizzazioni criminali trans-nazionali, al traffico di esseri umani.
“Gli obiettivi che gli Stati partecipanti perseguono – ha concluso il segretario per
i Rapporti con gli Stati - rimangono gli stessi” ed uno di “fondamentale importanza”
è “il consolidamento della pace tramite il simultaneo affermarsi della sicurezza,
della stabilità, dello sviluppo e del rispetto per i diritti umani”.