MUMBAI, 1° dic - La Chiesa cattolica in India ribadisce il suo impegno nella lotta
contro l’Aids che si diffonde in modo preoccupante nel Paese, al primo posto in Asia
per il numero di persone infette. In un messaggio per la 18ª Giornata mondiale dell'Aids,
il 1° dicembre, mons. Bernard Moras, presidente della Commissione salute della Conferenza
episcopale indiana (Cbci), ricorda che anche per la Chiesa indiana la vera sfida nella
lotta all'Aids è "mantenere le promesse", come recita il titolo della Giornata. Per
questo rivolge a tutte le istituzioni, parrocchie, congregazioni religiose e fedeli
l’’invito “a considerare come una missione quella di attuare gli impegni presi: contenere
la diffusione del virus, alleviare le sofferenze di chi è già malato assicurando una
vita dignitosa e prevenendo le discriminazioni. Un impegno confermato all’agenzia
AsiaNews dal portavoce della Cbci, padre Babu Joseph. "La Chiesa – ha detto il sacerdote
- userà la sua rete di istituzioni sanitarie per raggiungere le aree più isolate del
Paese e sensibilizzare sulla prevenzione del virus". Rispetto alle persone già contagiate,
padre Babu assicura che i centri di assistenza gestiti dai cattolici continueranno
ad adottare un approccio "non discriminatorio". Secondo il portavoce della Cbci, proprio
questo atteggiamento "manderà a tutta la società un forte messaggio: che i malati
di Aids hanno il diritto di una vita dignitosa come qualsiasi altra persone affette
da altre malattie". In India sono 70 le istituzioni cattoliche dedite esclusivamente
ai malati emarginati e abbandonati dalla società. La Commissione salute della Cbci
ha istituito una cattedra all'Università nazionale Indira Gandhi con corsi di studio
su "Hiv e educazione familiare" e un diploma di laurea in Lavoro sociale. (AsiaNews
– LZ)