2005-11-23 17:26:26

ISRAELE: ASSEMBLEA GENERALE DELL'OIC


GERUSALEMME, 23 nov. Il futuro delle associazioni e dei movimenti laicali cattolici e il loro contributo alla promozione della pace sono stati i due argomenti centrali dell’assemblea generale delle Organizzazioni internazionali cattoliche (Oic), svoltasi dal 18 al 22 novembre a Gerusalemme. Un centinaio di delegati in rappresentanza di più di quaranta ong cattoliche dai cinque Continenti hanno discusso il tema “Per una cultura della pace” per ribadire il loro attivo impegno per il dialogo, la riconciliazione e la giustizia quale condizione imprescindibile della pace. Un impegno evidenziato anche dalla scelta simbolica di Gerusalemme quale sede dell’assemblea, sulla quale parole di particolare apprezzamento sono state espresse dal Patriarca Latino Michel Sabbah, che nel suo intervento ha ricordato come la Città Santa abbia assoluto bisogno della presenza di tutte e tre le religioni monoteiste. Ai partecipanti è giunto, tramite il Nunzio Apostolico mons. Pietro Sambi, anche il messaggio di Benedetto XVI che evidenzia la particolare sensibilità del Santo Padre per il tema scelto: “La pace tra gli uomini e tra le nazioni – afferma – nasce in effetti dal dialogo, poiché permette agli uomini l’accettazione reciproca nel rispetto delle loro differenze e nel riconoscimento della loro comune identità”.
Al centro dei lavori è stata anche la riflessione sul futuro delle Organizzazioni internazionali cattoliche e in particolare la definizione del loro ruolo, finalità e sfera di azione nella Chiesa e nella società civile in sintonia con le indicazioni della Santa Sede, che da tre anni sta lavorando alla riforma degli statuti delle Oic. A questo fine l’assemblea ha deciso di costituire un apposito gruppo di lavoro che entro il 2007, data della prossima assemblea, dovrà preparare un rapporto. Ai partecipanti mons. Sambi ha intanto ricordato quelle che, secondo la Santa Sede, dovrebbero essere le caratteristiche costitutive delle organizzazioni non governative cattoliche: queste, ha detto, “non possono limitarsi ad un’azione di lobbying o advocacy presso le istanze intergovernative come le ong non confessionali, ma devono sempre tenere presente la loro specificità cristiana che dovrebbe orientare e animare tutti i loro progetti”.
(Apic, Cns – LZ)
 







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