GERUSALEMME, 23 nov. Il futuro delle associazioni e dei movimenti laicali cattolici
e il loro contributo alla promozione della pace sono stati i due argomenti centrali
dell’assemblea generale delle Organizzazioni internazionali cattoliche (Oic), svoltasi
dal 18 al 22 novembre a Gerusalemme. Un centinaio di delegati in rappresentanza di
più di quaranta ong cattoliche dai cinque Continenti hanno discusso il tema “Per una
cultura della pace” per ribadire il loro attivo impegno per il dialogo, la riconciliazione
e la giustizia quale condizione imprescindibile della pace. Un impegno evidenziato
anche dalla scelta simbolica di Gerusalemme quale sede dell’assemblea, sulla quale
parole di particolare apprezzamento sono state espresse dal Patriarca Latino Michel
Sabbah, che nel suo intervento ha ricordato come la Città Santa abbia assoluto bisogno
della presenza di tutte e tre le religioni monoteiste. Ai partecipanti è giunto, tramite
il Nunzio Apostolico mons. Pietro Sambi, anche il messaggio di Benedetto XVI che evidenzia
la particolare sensibilità del Santo Padre per il tema scelto: “La pace tra gli uomini
e tra le nazioni – afferma – nasce in effetti dal dialogo, poiché permette agli uomini
l’accettazione reciproca nel rispetto delle loro differenze e nel riconoscimento della
loro comune identità”. Al centro dei lavori è stata anche la riflessione sul futuro
delle Organizzazioni internazionali cattoliche e in particolare la definizione del
loro ruolo, finalità e sfera di azione nella Chiesa e nella società civile in sintonia
con le indicazioni della Santa Sede, che da tre anni sta lavorando alla riforma degli
statuti delle Oic. A questo fine l’assemblea ha deciso di costituire un apposito gruppo
di lavoro che entro il 2007, data della prossima assemblea, dovrà preparare un rapporto.
Ai partecipanti mons. Sambi ha intanto ricordato quelle che, secondo la Santa Sede,
dovrebbero essere le caratteristiche costitutive delle organizzazioni non governative
cattoliche: queste, ha detto, “non possono limitarsi ad un’azione di lobbying o advocacy
presso le istanze intergovernative come le ong non confessionali, ma devono sempre
tenere presente la loro specificità cristiana che dovrebbe orientare e animare tutti
i loro progetti”. (Apic, Cns – LZ)