Il Papa ricorda all'Angelus i 13 martiri messicani che nel pomeriggio, a Guadalajara,
verranno elevati agli onori degli altari
(20 novembre 2005 -RV) Domani saranno proclamati beati nello stadio di Guadalajara,
in Messico, tredici martiri messicani vittime della persecuzione religiosa durante
gli anni venti del secolo scorso. La celebrazione sarà presieduta dal prefetto della
Congregazione per le cause dei Santi, cardinale José Saraiva Martins. Tra i futuri
beati figurano il sacerdote José Trinidad Rangel Montaño, il missionario claretiano
Andrés Sola Molist, e il laico Leonardo Pérez Larios, assassinati il 25 aprile 1927
a Rancho de San Joaquín, in Messico. Per un profilo biografico di questi tre futuri
beati ascoltiamo, al microfono di Giovanni Peduto, il postulatore della causa di beatificazione,
padre Aitor Jìmenez Echabe:
Tra gli
altri beati c’è un martire di quattordici anni, José Luis Sánchez del Río, assassinato
“in odio alla fede” il 10 febbraio del 1928. José Luis fu catturato dalle forze governative
che gli chiesero di rinnegare la sua fede in Cristo, sotto la minaccia di morte. Ma
non accettò e morì gridando “Viva Cristo Re”. Dario Acosta Zurita fu assassinato a
Veracruz il 25 luglio 1931 appena tre mesi dopo la sua ordinazione sacerdotale, e
il laico avvocato e padre di famiglia, Anacleto González Flores, fu ucciso con sette
suoi compagni martiri tra il 1927 e il 1928. Per un profilo biografico di questi dieci
futuri beati ascoltiamo, al microfono di Giovanni Peduto, il rettore del Collegio
messicano a Roma, padre Francisco Ramirez.