2005-10-25 15:04:36

Esce di scena Alan Greenspan: Bush ha nominato
nuovo presidente della Federal Reserve
Ben Bernanke, già capo economista della Casa Bianca


(25 ottobre 2005 -RV) George W. Bush ha scelto quale capo della Federal Reserve Ben Bernanke, il 51enne ex professore a Princeton e già capo economista della Casa Bianca, ascoltato consigliere e da tempo il più accreditato per il prestigioso incarico. Anticipando i tempi di una designazione attesa verso la fine della settimana, Bush ha scelto la persona che deve raccogliere l'eredità di Alan Greenspan, da 18 anni custode del dollaro. Greenspan è stato definito una “icona del capitalismo globalizzato”. Per capire il perché di questa definizione, Fausta Speranza ha intervistato l’economista Alberto Quadrio Curzio: RealAudioMP3


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R. – Greenspan ha saputo affrontare molte difficili crisi: soprattutto quella della Borsa nel 1987, poi una crisi asiatica negli anni ’90, quella russo-brasiliana alla fine degli anni ’90 e molte altre. In ciò, egli ha dimostrato di avere una fiducia straordinaria da parte dei mercati internazionali e nel contempo di avere egli stesso molta fiducia nell’economia americana e nella crescita economica mondiale.

D. – Greenspan è stato per quasi 19 anni un punto fermo. Sono passati 4 presidenti degli Stati Uniti d’America e lui è stato al suo posto…


R. – Certamente la sua autorevolezza con il passare dei presidenti è andata crescendo, ragion per cui nessun presidente degli Stati Unii, dopo i primi tempi di avvio della sua carica di governatore, avrebbe comunque potuto fare a meno di una figura che sui mercati mondiali era più autorevole del presidente degli Stati Uniti stesso. In tutto ciò devo però rilevare che Greenspan ha sempre mantenuto una straordinaria discrezione e una straordinaria misura nei suoi comportamenti. Non è mai uscito dai limiti delle sue competenze, con ciò dimostrando una professionalità che merita grandissimo apprezzamento, al di là di un’eventuale condivisione di tutte le sue misure, perché pur sempre qualche errore l’avrà commesso pure lui.


D. – Prof. Quadrio Curzio, veniamo all’oggi. Potrà cambiare qualcosa per gli Stati Uniti, per l’economia degli Stati Uniti, e per l’equilibrio dell’economia internazionale?


R. – Il nuovo governatore è giovane, ha quasi 52 anni. E’ stato un professore universitario autorevole. Ha avuto già una lunga esperienza alla Federal Reserve e recentemente è stato promosso a consigliere economico della Casa Bianca. Naturalmente, l’eredità che egli rileva non è un’eredità semplice, anche perché gli Stati Uniti, malgrado i loro successi, hanno dei grossi problemi: il problema del deficit federale è tutt’altro che banale; il problema del deficit commerciale verso l’estero è tutt’altro che banale e lo stesso dollaro incomincia adesso ad avere una valuta concorrente che non è affatto banale. L’euro non è una banalità, è una cosa molto seria. Quindi, da un lato, questo nuovo governatore eredita un passato glorioso; dall’altra, si trova davanti questioni tutt’altro che semplici. Bisognerà vedere nel tempo. Giudicare adesso che cosa potrà fare non è possibile. Non credo che sarà una passeggiata.


D. – Professore, ci viene in mente che la Federal Reserve che lascia Greenspan non è quella che ha trovato quasi 19 anni fa: non c’era lo stesso rapporto con l’Europa, non c’era questa Unione Europea, non c’era l’euro, non c’era neanche il boom di India e Cina. A questo proposito che cosa dire?


R. – Il mondo del XXI secolo anche per gli Stati Uniti è un mondo più difficile, è un mondo più complesso, guardato dal punto di vista dell’economia. Si tratta indubbiamente sempre di una super potenza, ma è una super potenza che non avrà vita facile come quella che ebbe nella seconda parte del XX secolo. Lei stessa ha citato tre casi diversi tra loro, ma non meno rilevanti l’uno dell’altro: Cina, India ed Unione Europea. Credo che da un punto di vista economico, gli Stati Uniti dovranno capire che sono una super potenza in mezzo ad altre super potenze e non sono più l’unica super potenza. Gli Stati Uniti rimangono dal punto di vista strategico-militare l’unica super potenza mondiale.
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