Tra quanti hanno espresso soddisfazione per lo svolgimento del voto in Iraq, il commissario
per le relazioni esterne dell’Unione Europea
(16 ottobre 2005 -RV) Tra quanti hanno espresso soddisfazione per questa giornata,
il commissario per le relazioni esterne dell’Unione Europea, signora Benita Ferrero
Waldner, ha affermato che è stata una “grande giornata” per la democrazia in Iraq.
“Questo voto – ha sottolineato – rappresenta un passo importante verso un futuro,
nel quale le differenze politiche saranno risolte attraverso il dialogo democratico
e non la violenza”. Nell’Intervista di Fausta Speranza ascoltiamo il vice presidente
del Parlamento Europeo, Luigi Cocilovo:
********** R.
– E’ sicuramente una giornata importante, una giornata che segna, come tutte le giornate
che registrano testimonianze anche se complesse, ancora difficili, in qualche modo
assediate però di partecipazione democratica, l’avanzamento di un processo che ci
auguriamo possa davvero essere irreversibile. Questo non può cancellare le contraddizioni
che permangono e non può neanche cancellare, come dire, l’esigenza per l’Europa di
non limitarsi a essere osservatore attento di questi percorsi, ma di tornare – anche
se con ritardo – a giocare un ruolo più unitario, più decisivo anche su questo scenario.
D.
– Che cosa dovrebbe fare?
R. – L’Europa dovrebbe, a partire dalle condizioni
più critiche, come quella – appunto – irachena, dovrebbe testimoniare la capacità
di venire a capo delle divisioni che ci sono state e che hanno sostanzialmente in
qualche misura cancellato il ruolo dell’Europa in quanto tale, per avviare davvero
una seconda fase, legata anche al disimpegno della presenza militare e poi anche ad
una presenza più impegnativa sulle politiche di cooperazione e di sviluppo per frenare
i processi di minaccia terroristica che ancora esistono!
D. – Questo è
quello che l’Europa pensa che debba fare la comunità internazionale in generale?
R.
– Anche una presenza e un sostegno alla organizzazione istituzionale del Paese, in
termini militari e di forze dell’ordine pubblico: questa credo che si imponga ancora
sotto l’egida dell’ONU, ma in termini chiaramente di discontinuità rispetto a quello
che c’è stato, e quindi il presupposto di questo è un disimpegno da parte delle organizzazioni
militari degli eserciti nazionali che non si può assolutamente dire abbiano effettivamente
operato sotto l’egida dell’ONU! **********