2005-10-11 15:00:58

Il cardinale Sodano al Sinodo: nella ricerca della piena comunione con i fratelli separati non va minata l'unità della Chiesa. Gli interventi delle delegazioni fraterne.


(11 ottobre 2005 - RV) Eucaristia vincolo di unità tra le Chiese. Eucaristia radice della pace mondiale. Eucaristia ispiratrice di equità sociale. Sono alcuni degli argomenti affrontati questa mattina durante la tredicesima sessione plenaria del Sinodo sull’Eucaristia, giunto a metà del suo percorso. I 22 interventi, svolti alla presenza di Benedetto XVI - oltre a tratteggiare, come di consueto, la situazione ecclesiale nelle diverse realtà geografiche e culturali - si sono soffermati su vari argomenti liturgico-dogmatici a partire dalla delicata questione sulla comunione ai non cattolici, introdotta dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. La cronaca della mattinata nel servizio di uno dei nostri inviati al Sinodo, Alessandro De Carolis. RealAudioMP3


Numerosi e complessi i temi affrontati dai padri sinodali nella sessione pomeridiana dei lavori. Tra questi, in particolare, sono state dibattute le questioni della partecipazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica e il problema della scarsità del clero che impedisce a tante comunità cristiane di avere l’Eucarestia. Ma tra le priorità sottolineate dai partecipanti al Sinodo anche quella della formazione dei sacerdoti. Il servizio di Giovanni Peduto. RealAudioMP3


Partecipa per la prima volta al Sinodo come uditore anche il fondatore della comunità cattolica Shalom, Moyses De Azevedo Filho. Nata in Brasile oltre 20 anni fa, lo scopo principale di questa comunità è l’evangelizzazione proprio attraverso l’Eucaristia. Ascoltiamo la testimonianza dello stesso Moyses De Azevedo intervistato da Giovanni Peduto: RealAudioMP3

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R. – L’Eucaristia per noi, come per la Chiesa, rappresenta il centro di tutto. Abbiamo una celebrazione dell’Eucaristia molto viva ed è adorazione perpetua che rappresenta un elemento molto importante, perché ci pone davanti a Gesù nell’Eucaristia; è la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, è la fonte della pace per noi. Il nostro nome è Shalom, dobbiamo cercare e ricevere la pace del cuore di Gesù, che è l’Eucaristia; vivere questa pace nella nostra comunione fraterna e portare questa pace nell’evangelizzazione. Voglio ricordare quanto successo durante il Carnevale di quest’anno, in Brasile: abbiamo organizzato un momento di evangelizzazione cui hanno partecipato 100 mila giovani. E’ stato un evento di musica, di arte e di evangelizzazione. Nel corso di questo incontro, abbiamo fatto un momento di adorazione del Santissimo Sacramento ed era bellissimo vedere 100 mila giovani, in silenzio e in adorazione. Questo è un segno per il mondo di oggi: dobbiamo portare con audacia Gesù nell’Eucaristia, perché gli uomini e le donne di oggi hanno fame di questo.

D. – Parliamo della comunità da lei fondata, la Comunità Shalom?

R. – La comunità cattolica Shalom è stata fondata 23 anni fa. Tutto è cominciato quando Giovanni Paolo II ha visitato il Brasile, Fortaleza, la nostra città, per il Congresso Eucaristico Nazionale. Il cardinale Aloisio Lorscheider mi ha chiesto di dare, a nome di tutti i giovani, un regalo al Santo Padre Giovanni Paolo II. E allora gli ho domandato: “Cosa gli devo dare?”. E lui mi ha risposto: “Non lo so, sei tu che devi decidere cosa dare”. Allora mi sono messo in preghiera e ho deciso di dare la mia vita per portare Gesù e il Mistero dell’Eucaristia a tutti coloro che sono lontani dalla Chiesa. Avevo 20 anni. Ho cominciato così una nuova esperienza, quella di una pizzeria, per annunciare ai giovani il Vangelo: davanti c’era la pizzeria e nel retro c’era la cappella con il Santissimo Sacramento. Quando i giovani arrivavano per mangiare una pizza, noi davamo loro la nostra testimonianza dell’esperienza di Gesù e li invitavamo a conoscere Gesù nell’Eucaristia. E’ stata un’esperienza bellissima.
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