Dio ci invita nel regno della gioia: noi siamo liberi di dire sì o no. Il commento
al Vangelo di padre Rupnik
In questa 28a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Gesù, parlando in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo,
paragona il regno dei cieli a un re che fa un banchetto di nozze per suo figlio.
Ma gli invitati alle nozze si rifiutano di partecipare perché impegnati nei propri
affari. Allora il re dice ai suoi servi:
“Il banchetto nuziale è pronto,
ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli
che troverete, chiamateli alle nozze”.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero
quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.Il re entrò
per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse:
Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il
re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà
pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan
Rupnik: