La preoccupazione dei vescovi spagnoli per la legge sull'educazione del governo Zapatero
(30 settembre 2005 - RV) I vescovi spagnoli hanno espresso “grande preoccupazione”
per la bozza della Legge organica dell’educazione (Loe); a loro parere non tiene conto
delle scelte dei genitori nell’educazione dei figli. E’ quanto riferisce l’agenzia
Sir. “Si attribuisce alle Amministrazioni Pubbliche un potere tale che mira a far
diventare lo Stato unico educatore”, scrive in una nota il Consiglio permanente della
Conferenza episcopale spagnola, che ha chiuso ieri a Madrid la sua riunione. I vescovi
sono contrari al progetto di legge perché “non rispetta la libertà di insegnamento”
né la libertà dei genitori di scegliere la formazione religiosa e morale dei figli.
Chiedono quindi, per i genitori, “più capacità decisionale, più pluralismo educativo
e più potere”. Ricordano inoltre che “l’80 per cento dei genitori sono favorevoli
all’insegnamento della religione cattolica per i loro figli” e ritengono che “sia
una materia fondamentale, offerta obbligatoriamente da tutti gli istituti e facoltativa
per gli studenti”. I prelati si sono anche detti preoccupati per la nuova materia
che l’attuale governo intende inserire, ossia “l’educazione alla cittadinanza”, perché
potrebbe andare a discapito della “libertà ideologica e religiosa”. C’è inquietudine
anche per la posizione degli insegnanti di religione: se la legge verrà approvata
saranno “impiegati della Chiesa”, una realtà cui la Chiesa si oppone perché ritiene
che sia lo Stato a doverne sostenere i costi. La Conferenza episcopale spagnola è
disponibile a dialogare con il governo su tali questioni ma constata che “purtroppo
non c’è stata risposta all’offerta reiterata di dialogo”. (T.C.)