Mons. Lajolo alla Radio Vaticana: è la bocca del Papa. L'emittente pontificia festeggia
il suo patrono, l'Arcangelo Gabriele
(29 settembre 2005 - RV) Che la Radio del Papa diffonda sempre il messaggio di grazia,
di pace e di salvezza che l’Arcangelo Gabriele ha posto nel cuore di Maria, madre
di Cristo: è quanto ha detto l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti
con gli Stati, che stamattina, nella festa di San Gabriele Arcangelo, patrono della
Radio Vaticana, ha presieduto la Santa Messa nella Cappella dell’Annunciazione dell’emittente
pontificia. Il servizio di Roberta Moretti:
Tra la fine
del mese di settembre e gli inizi del mese di ottobre per ben due volte la liturgia
della Chiesa ci parla degli angeli. Oggi è la festa degli arcangeli Gabriele, Raffaele,
Michele; il 2 ottobre festeggiamo gli angeli custodi. Per capire chi sono gli angeli
e quale sia il fondamento biblico della figura degli angeli, Giovanni Peduto ha intervistato
padre Ermanno Toniolo, professore alla Pontificia Università Marianum, nonché in altri
atenei pontifici romani:
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R. – Primo, chi sono gli angeli? Per non dire cose mie, ma quelle della Chiesa
prendo il compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, firmata dal cardinale Ratzinger,
che dice: “Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e
immortali. Esseri personali, dotati di intelligenza e volontà. Essi, contemplando
incessantemente Dio faccia a faccia, lo glorificano, lo servono e sono i suoi messaggeri
nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Per quanto riguarda
il fondamento biblico, la Sacra Scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento è piena
della loro presenza, della loro missione e della loro funzione. Essi sono presenti
fin dalla creazione del mondo, accompagnano la storia di tutto Israele, in particolare
gli inizi e la storia di Gesù. Abbiamo l’Angelo Gabriele che annuncia la nascita del
precursore e a Maria annuncia la nascita del Salvatore. Dall’incarnazione in poi essi
avvolgono, per così dire, la vita del Verbo incarnato, basta pensare alle schiere
di angeli che cantano il Gloria, che noi pure cantiamo nella Messa a Natale, sul presepio
del Signore. Gli angeli annunciano in diversi modi la sua venuta, lo accompagnano,
lo servono nel deserto, annunciano la sua risurrezione, saranno con lui al suo ritorno.
Sono gli angeli di Cristo. Questa è la Bibbia. Naturalmente sono anche gli angeli
della Chiesa, perché sono con Pietro, non soltanto per liberarlo; sono con gli apostoli,
nella chiesa primitiva, con noi. Quindi la Bibbia è piena di tutta la loro presenza
benefica e soccorritrice al nostro cammino umano così insidiato.
D. - Lei ha
citato Gabriele. A proposito di Gabriele si parla di arcangelo, come pure di Raffaele
e Michele. A tale riguardo ricordiamo che Gabriele è il patrono della Radio Vaticana.
Ci parli un po’ di questa distinzione tra angeli, arcangeli e dei cori angelici…
R.
– Il tema dei cori angelici è legato in particolare alla Sacra Scrittura, in quanto
San Paolo parla di Gesù per mezzo del quale sono state create tutte le cose visibili
e invisibili e nomina esattissimamente troni, dominazioni, principati, potestà. Naturalmente,
poi, la Scrittura dell’Antico Testamento nomina i cherubini (Ezechiele) e i serafini
(Isaia), che sono presenti nella liturgia orientale e nella liturgia occidentale,
per così dire, in modo quotidiano. I cori angelici sono stati, però, catalogati in
modo speciale da un grande pensatore che è diventato l’autorità assoluta nel Medio
Evo sia a Oriente che a Occidente, Dionigi l’Areopagita. Lui ha scritto un intero
trattato sulla cosiddetta gerarchia angelica distinguendo nove cori degli angeli.
Perciò gli angeli sono suddivisi in nove cori o nove ordini angelici, per quanto ne
possiamo sapere. Vale la pena di parlare di Michele, Raffaele, Gabriele, che ricordiamo
domani nella liturgia e che sono persone angeliche intelligenti, volitive, libere
e attive. Michele è nell’Antico Testamento presente nel Libro di Daniele, in particolare.
E’ di nuovo presente ancora nel Nuovo Testamento, nell’Apocalisse, dove ingaggia la
grande guerra contro il drago per salvare la donna, che è la Vergine, il suo figlio,
che è la Chiesa, che siamo noi in fondo, in cammino verso la salvezza. Quindi Michele
significa: “chi è come Dio”, arcangelo potente, che difende la Chiesa di Dio. Gabriele,
che significa “forza di Dio”, invece, è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio,
il quale è il destinatario dei grandi messaggi. Il messaggio della nascita del precursore
a Zaccaria nel tempio, ma soprattutto il messaggio alla Vergine Maria, l’Annunciazione,
sono legati al dialogo tra Maria e Gabriele. Raffaele invece lo troviamo nell’Antico
Testamento e significa “Dio ha guarito”. E’ uno dei sette angeli che Dio manda in
soccorso a Tobia per accompagnare il figlio, Tobiolo, nel suo cammino e poi ridare
la vista al vecchio padre che per fedeltà a Dio ha perso la vista. Quindi, diventa
l’angelo protettore delle malattie, che viene a guarire in nome di Dio e a soccorrere.
Invita a lodare Iddio e a diventare benefattori di tutti gli uomini. Questi sono i
tre arcangeli che noi celebriamo e commemoriamo col nome proprio: Michele, Gabriele
e Raffaele. Evidentemente la Radio Vaticana ha ragione di mettere Gabriele come suo
protettore. E’ colui che annuncia il più grande dei misteri nel quale si compendia
insieme cielo e terra, uomini, angeli e creato. **********