Morto, a 96 anni, Simon Wiesenthal. Fece catturare oltre 1000 criminali di guerra
nazisti
(21 settembre 2005 - RV) Deportato in 13 campi di concentramento, fuggiasco, ripreso,
torturato e infine liberato dagli Alleati nel 1945. Simon Wisenthal, ebreo polacco,
ha solo 33 anni quando l’orrore dell’Olocausto finisce per cambiargli per sempre l’esistenza.
Una lunga vita, la sua, spentasi ieri mattina a Vienna all’età di 96 anni, 60 dei
quali dedicati a indagini minuziose che hanno permesso di assicurare alla giustizia
più di 1.100 criminali di guerra del Terzo Reich. Wiesenthal è passato alla storia
con l’appellativo di “cacciatore di nazisti”, scoperti grazie al lavoro di intelligence
del suo “Centro ebraico di documentazione storica”, aperto a Linz nel 1947. Creato
allo scopo di rintracciare i responsabili della Shoah scampati alla giustizia, il
Centro ha visto il suo fondatore sempre in prima linea fino al 2003, quando l’ex architetto
annunciò di aver esaurito il compito che si era prefisso. Sul significato dell’opera
di Wiesenthal in rapporto alla storia dello Stato d’Israele, ecco l’opinione dello
storico Pietro Scoppola, intervistato da Alessandro De Carolis: