2005-09-18 13:13:40

La relazione tra santità, via e meta di ogni cristiano, e l’Eucaristia: al centro delle parole del Papa all’Angelus


( domenica 18 settembre -RV) Benedetto XVI sottolinea che l’Anno dell’Eucaristia volge al termine e ricorda ai sacerdoti che nell’Eucaristia sta il segreto della loro santificazione. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3
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Tra le mani del sacerdote “si rinnova questo grande miracolo d’amore, del quale egli è chiamato a diventare sempre più fedele testimone e annunciatore. Ecco perché il presbitero dev’essere prima di tutto adoratore e contemplativo dell’Eucaristia, a partire dal momento stesso in cui la celebra.” Così Benedetto XVI dedica in particolare alla figura del presbitero la sua riflessione di oggi, richiamandosi alla prossima conclusione dell’Anno dell’Eucaristia e ricordando quanto il tema stesse a cuore al predecessore Giovanni Paolo II.
A proposito del Sacramento del pane e del vino, spiega:


“Sappiamo bene che la validità del Sacramento non dipende dalla santità del celebrante, ma la sua efficacia, per lui stesso e per gli altri, sarà tanto maggiore quanto più egli lo vive con fede profonda, amore ardente, fervido spirito di preghiera.”


“In forza della sacra Ordinazione, - aggiunge - il sacerdote riceve il dono e l’impegno di ripetere sacramentalmente i gesti e le parole con i quali Gesù, nell’Ultima Cena, istituì il memoriale della sua Pasqua.”
E il Papa vuole ricordare ministri dell’Altare che hanno attinto “la forza dell’imitazione di Cristo dalla quotidiana intimità con lui nella celebrazione e nell’adorazione eucaristica.” Nomina san Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli alla fine del quarto secolo, di cui qualche giorno fa abbiamo fatto memoria. Ricorda che fu definito “bocca d’oro” per la sua straordinaria eloquenza; ma venne anche chiamato “dottore eucaristico”, per la vastità e la profondità della sua dottrina sul santissimo Sacramento. Ricorda che la “divina liturgia” che più viene celebrata nelle Chiese orientali porta il suo nome, e il suo motto: “basta un uomo pieno di zelo per trasformare un popolo”, evidenzia quanto efficace sia l’azione di Cristo attraverso i suoi ministri.
Ad essere nominato è poi san Pio da Pietrelcina, che sarà ricordato venerdì prossimo. Celebrando la Messa – afferma il Papa - egli riviveva con tale fervore il mistero del Calvario da edificare la fede e la devozione di tutti. Anche le stigmate, che Dio gli donò, erano espressione di intima conformazione a Gesù crocifisso.”
C’è poi san Giovanni Maria Vianney, umile parroco di Ars ai tempi della rivoluzione francese. “Con la santità della vita e lo zelo pastorale, - spiega - riuscì a fare di quel piccolo paese un modello di comunità cristiana animata dalla Parola di Dio e dai Sacramenti.”


E la preghiera a Maria di oggi è per i sacerdoti ma non solo:


“Per i sacerdoti del mondo intero, affinché traggano da questo Anno dell’Eucaristia il frutto di un rinnovato amore al Sacramento che celebrano. Per intercessione della Vergine Madre di Dio, possano sempre vivere e testimoniare il mistero che è posto nelle loro mani per la salvezza del mondo.”



Nei consueti saluti in diverse lingue, un pensiero in polacco a “i lavoratori che oggi fanno il pellegrinaggio a Jasna Góra”. In italiano alle “famiglie del Movimento dei Focolari, venute da diversi Paesi d’Europa per un incontro formativo sui valori e i compiti connessi al sacramento del Matrimonio.” E poi ai gruppi di fedeli provenienti da Vighizzolo d’Este, Cavarzere, Brembio, Prato, Bitonto, Brindisi, Lerchi e Pizzoni, come pure il Terz’Ordine Francescano Secolare da Molfetta e l’Associazione Nuovi Castelli Romani.











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