BEIRUT 13 set. - La Chiesa maronita ha bisogno di un “rinnovamento” a tutti i livelli:
spirituale, liturgico, disciplinare e religioso. È l’urgenza espressa dal cardinale
. Nassrallah Sfeir, patriarca maronita, ai partecipanti dell’ultima sessione del Sinodo
patriarcale che si è chiusa ieri, dopo due settimane di lavori. Ieri mattina il cardinale
aveva presieduto la celebrazione eucaristica nel convento di Nostra Signora della
montagna, a nord di Beirut. La celebrazione apriva la terza e ultima, fase del Sinodo;
erano presenti 40 vescovi maroniti provenienti dal Libano e dai Paesi della diaspora;
4 superiori generali degli ordini religiosi maroniti e 8 delle congregazioni femminili.
L’esigenza di uno studio, di un rinnovamento della Chiesa maronita è stata avvertita
durante le sessioni del Sinodo patriarcale, il primo addirittura dopo 187 anni. L’ultimo
Sinodo si tenne infatti a Louaizé nel 1818. Il cardinale Sfeir ha invitato i padri
sinodali a prendere le misure necessarie per una nuova rinascita della Chiesa maronita,
alla luce dei recenti sviluppi della scena politica internazionale e libanese. Un
pensiero è andato anche ai giovani: il patriarca li ha esortati a non lasciare il
loro Paese d'origine, invitando le autorità ad offrire le occasioni adatte per migliorare
le condizioni di vita e contenere l’emigrazione verso i paesi della diaspora.I lavori
del Sinodo verranno pubblicati dopo la chiusura e le sue decisioni saranno sottoposte
all'approvazione della Sede Apostolica.La Chiesa maronita conta più di 10 milioni
di fedeli divisi in 30 diocesi sparse in tutto il mondo. I sacerdoti sono più di 2
mila, 1.500 i religiosi e più di 3 mila le religiose. (Asianews – MANCINI)