L'ANP proclama lo stato di allerta dopo l'assassinio a Gaza dell'ex capo dell'intelligence
militare, generale Mussa Arafat, cugino del defunto presidente Yasser
(07 settembre 2005 - RV) L'Autorità nazionale palestinese ha proclamato lo stato di
allerta alcune ore dopo l'assassinio a Gaza dell'ex capo dell'intelligence militare,
generale Mussa Arafat, 65 anni, un cugino del defunto presidente Yasser Arafat. Al
termine dell'attacco è stato notato che il figlio di Arafat, Manhal, un ufficiale
della sicurezza, era scomparso: in seguito, è giunta la conferma del rapimento dallo
stesso gruppo che rivendica l’attentato. Il servizio di Fausta Speranza:
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tratta di un gruppo armato eterogeneo: i Comitati di resistenza popolare (CRP). Abu
Saed, uno dei comandanti fa sapere all'Ansa che Arafat meritava la morte ''in quanto
corrotto e collaborazionista con Israele''. Erano circa le quattro del mattino quando
un centinaio di miliziani, a bordo di una ventina di automezzi, hanno lanciato l'attacco
contro la lussuosa abitazione di Mussa Arafat a Tel al-Hawa (Gaza) con bombe a mano
e razzi. Le guardie del corpo hanno risposto al fuoco per circa 45 minuti ma alla
fine Arafat è stato trascinato per strada e crivellato da almeno 23 colpi. Originario
di Jaffa (Tel Aviv), il generale ucciso ha avuto una vita segnata dalla violenza.
Nel 1965, a Gaza è uno dei primi combattenti di al Fatah. Poi la lotta, in seguito
alla guerra dei sei giorni (1967), dal territorio giordano. E dopo l’espulsione dalla
Giordania, negli anni Ottanta, è al fianco di Yasser Arafat: prima in Libano, poi
nell'esilio di Tunisi dove viene nominato comandante dell'intelligence militare.
In
seguito agli accordi di Oslo (1993) assume a Gaza il comando dell'intelligence militare:
da allora, diversi gruppi armati dell'intifada l’hanno accusato di sfruttare il potere
a fini personali. Da parte sua, il presidente Abu Mazen ha condannato l'assassinio,
assicurando che i responsabili saranno catturati e sottolineando che è sua la responsabilità
di garantire nei Territori palestinesi la stabilità e la legalità. C’è da dire che
queste dichiarazioni sono state accolte con scetticismo da un responsabile dell'intelligence
militare in Cisgiordania, colonnello Maher Fares: ha detto che solo ''collusioni fra
gli assalitori e l'ANP'' possono spiegare come mai le forze di sicurezza non abbiano
cercato di soccorrere Arafat e abbiano invece permesso agli assalitori di dileguarsi.**********