GULU. - Starebbe aumentando drasticamente il numero dei suicidi nei cosiddetti ‘villaggi
protetti’, agglomerati di fatiscenti capanne ‘vigilati’ sporadicamente da piccoli
drappelli di militari, voluti dal governo per ospitare gli sfollati della guerra nel
Nord Uganda. “Il mese scorso quindici persone si sono tolte la vita in un solo campo
profughi; in altri insediamenti i suicidi avvengono a scadenza quasi quotidiana” ha
riferito monsignor John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu, capoluogo dell’omonimo
distretto settentrionale attorno al quale sorgono oltre 30 ‘villagi protetti’. Secondo
monsignor Odama si tratta di gesti di “estrema disperazione. Il concetto di suicidio
– ha spiegato – non appartiene alla cultura della popolazione Acholi” circa un milione
di persone il 90% dalle quali costretto a vivere nei campi per paura degli attacchi
dei ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra). Lo stesso vescovo, coadiuvato
dalla Caritas locale, ha fatto aprire un’inchiesta. (Misna - MANCINI)