BRASILIA 24 AGO. - La Conferenza episcopale del Brasile (CNBB) ha deciso di "mobilitare
le famiglie e le comunità , perché esse facciano pressione verso i loro rappresentanti
comunali, verso i deputati e i senatori dei loro collegi elettorali al fine di far
difendere e di promuovere da loro la vita e la famiglia". Così si esprimono i vescovi
del Brasile in un documento redatto al termine della loro plenaria, il 16 di agosto.
Come è noto, il presidente del Brasile Luiz da Silva, nei primi giorni di agosto,
aveva indirizzato alla Conferenza episcopale una lettera nella quale ribadiva "il
proprio impegno per la difesa della dignità umana in ogni momento e circostanza".
Da Silva scriveva altresì di riconoscersi "nei valori etici del Vangelo e della fede"
riaffermando "la propria posizione in difesa della vita in tutti i suoi aspetti e
in tutti i suoi momenti". Il presidente brasiliano concludeva la sua lettera alla
Conferenza episcopale con la netta affermazione che il suo governo "non prenderà alcuna
iniziativa che contraddica i principi cristiani". Il presidente della Conferenza
episcopale brasiliana, il cardinale Geraldo Majella Agnelo, rispondeva a Da Silva
che i vescovi sperano che il presidente della Repubblica "sia coerente con questa
posizione, anche quando egli esercita il proprio potere di veto sulle leggi e sulla
destinazione delle risorse finanziarie". Nel documento diffuso dopo la plenaria i
vescovi scrivono senza mezzi termini che la Chiesa è stata esclusa "in modo inammissibile"
dal partecipare a dibattiti,a commissioni e ad altri meccanismi attualmente in corso
in Brasile. I vescovi dichiarano altresì di "respingere una serie di scelte del potere
esecutivo, come la distribuzione massiccia di profilattici e di altri prodotti abortivi
come il Diu e la cosiddetta pillola del giorno dopo". Sotto mira anche alcune decisioni
prese dai giudizi e dai deputati. Tra le iniziative concrete decise dai vescovi brasiliani,
infine, la celebrazione di una Giornata del bambino Non Nato. (Noticias Globales
- MANCINI)