Minacce di morte per i diplomatici algerini rapiti in Iraq
(27 luglio 2005 - RV) Cresce la preoccupazione in Iraq per la sorte dei due diplomatici
algerini rapiti giovedì scorso a Baghdad dagli uomini di Al Zarqawi. Ieri, su un sito
internet islamico è apparso l’annuncio della loro prossima uccisione. Il messaggio
è firmato da una cellula di Al Qaeda. Intanto, sul campo proseguono le violenze: tre
agenti della polizia irachena sono rimasti uccisi in un attacco contro un posto di
blocco sulla strada da Baghdad a Hilla. In un altro attentato, un soldato iracheno
è rimasto ucciso nell'esplosione di una mina a nord di Kirkuk.
E ieri i
sunniti sono rientrati a far parte della Commissione per la stesura della nuova Costituzione
irachena, dopo il boicottaggio di una settimana dovuto all’assassinio di alcuni loro
rappresentanti. L’organismo costituente dovrebbe presentare al Parlamento il testo
della nuova Carta fondamentale entro il primo agosto, affinché venga poi discussa
e approvata entro il 15 dello stesso mese. Ma cosa ha favorito questo rientro in seno
alla Costituente? Giada Aquilino lo ha chiesto allo scrittore iracheno sunnita Younis
Tawfik: