2005-07-27 08:12:34

Meeting europeo a Loreto sui minori immigrati promosso dagli Scalabriniani.
L'esperienza di Mons. Danzi


(27 luglio 2005 - RV) L’edizione del Meeting internazionale sulle migrazioni in corso da ieri a Loreto si svolge per la prima volta senza la partecipazione di esponenti del mondo politico e sindacale. “Una scelta fatta - spiegano gli organizzatori - perché siamo già in clima preelettorale”. Il tema di questo VIII Meeting è “Figli di stranieri o figli di nessuno? I minori immigrati protagonisti nell’Europa di oggi e di domani”. Un argomento scelto in considerazione del fatto che, come spiegano i Padri Scalabriniani, promotori del Meeting, mentre 10 anni fa i bambini immigrati presenti nelle scuole italiane erano 30 mila, nel 2004-2005 sono saliti a 300 mila. Un incremento che deve indurre le istituzioni, il volontariato e le comunità locali a ripensare la scuola secondo un modello multiculturale. Ma ascoltiamo da Loreto Giovanni Peduto: RealAudioMP3

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L’arcivescovo delegato pontificio per il Santuario di Loreto, mons. Gianni Danzi, ha introdotto il Meeting riferendo della sua esperienza personale di immigrato per 18 anni nella Svizzera italiana. Ha narrato episodi che dimostrano come i figli di stranieri, nonostante l’amore che possono ricevere dai genitori, siano figli di nessuno, se le condizioni ambientali sono avverse. “Non possiamo illuderci – ha osservato il prelato – che sia sufficiente dare agli stranieri un pezzo di pane o una vita più agiata, senza aiutarli anche a sentirsi più integrati”.

A Loreto si parlerà così del problema della conflittualità che affligge i figli di immigrati e che si rivolge di volta in volta contro la famiglia e contro la società ospitante, traducendosi in una pendolarità di identificazione, in cui il minore si sente ora profondamente radicato nella propria cultura etnica, ora totalmente integrato nel nuovo ambiente. Di questo panorama emblematico e nello stesso tempo ricco di prospettive e di futuro, il Meeting di Loreto vuole fornire uno spaccato significativo, proponendo un’analisi della realtà dei minori immigrati e delle risposte istituzionali e della società civile, a livello italiano ed europeo. Questo nelle relazioni della mattina. Di pomeriggio laboratori interculturali e forum, mentre la sera sarà il momento dell’intrattenimento, con spettacoli multietnici, concerti e talk-show, con la partecipazione di vari artisti. Ci sarà anche un musical, sabato sera, in Piazza del Santuario, sulla vita del Beato Giovanni Battista Scalabrini, intitolato “Per terre lontane”, scritto per il centenario del fondatore, che cade quest’anno. Conclusione domenica in Basilica con la Messa officiata dall’arcivescovo Gianni Danzi. La sera, poi, animazione all’Hotel House di Porto Recanati, dove vivono duemila immigrati.

Da Loreto, Giovanni Peduto, Radio Vaticana.
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L’VIII Meeting internazionale sulle migrazioni, promosso dai Padri Scalabriniani cade nel centenario della morte del loro fondatore, mons. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, ispiratore di un carisma peculiare nella Chiesa di Dio, quello del servizio ‘per’ e ‘con’ i migranti. L’intervista di Giovanni Peduto a padre Gianni Borin, organizzatore del Convegno: RealAudioMP3

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R. – Paesi come la Francia, la Germania, l’Inghilterra conoscono il fenomeno della seconda generazione già da vari decenni. Ma da pochi anni anche in Italia, divenuta Paese di immigrazione, si trova, anche se un po’ impreparata, ad affrontare la nuova realtà dei minori immigrati. Il titolo provocatorio che lei ha citato vuole favorire il cammino dall’identità instabile e ‘pendolare’, tipica del figlio di immigrati, alla meta ideale che ci faccia pensare ad una “generazione ponte”. Può essere come una sintesi tra il bagaglio culturale ricevuto nella famiglia, e nel gruppo di appartenenza, e quello ottenuto attraverso i percorsi educativi e formativi che la società di accoglimento offre ad essa.

D. – Quali sono gli aspetti che più preoccupano? Come li affronterete e con quali testimonianze?

R. – Qualcuno ha definito i minori immigrati come la generazione del sacrificio, in quanto destinata a pagare gli alti costi del percorso migratorio familiare: essi sono migranti senza averlo voluto e devono adattarsi ad una situazione in cui spesso i genitori sono logorati dalle conseguenze dell’emigrazione. Questi ragazzi rimangono, nel loro profondo e nella percezione della società, “figli di stranieri” e, quindi, “stranieri” essi stessi. Sono soggetti ad un’altalena di identificazioni: una specie di movimento “pendolare” di appartenenza, che li porta ad identificarsi in modo estremo con la società di residenza e, a volte, a contrapporsi ad essa, sottolineando ed esasperando la loro estraneità. Per prevenire forme di ghettizzazione e grave disagio sociale, le società europee sono obbligate ad affrontare con serietà il problema della seconda generazione, mettendo in atto politiche organiche di integrazione, rivolte sia ai giovani che alle loro famiglie. La nostra riflessione sarà favorita da qualificati interventi e testimonianze, a livello regionale, nazionale ed internazionale. Interverranno studiosi e ricercatori dell’ISMU, del CENSIS, dello CSER, del CIEMI di Parigi e di varie università d’Italia e d’Europa.

D. – Può quantificare la presenza in Italia dei figli di immigrati e la loro fisionomia?

R. – Da studi recenti sappiamo che i minori stranieri regolarmente presenti in Italia lo scorso anno erano 412 mila, il 45 per cento in più rispetto al 2001, quando se ne contavano 128 mila. Quasi la metà (il 48 per cento) di loro era nata in Italia. Ogni anno i figli degli stranieri crescono del 20 per cento. La presenza nella scuola italiana è di circa 300 mila alunni figli di immigrati (il 3,5 per cento della popolazione scolastica globale). In un decennio gli alunni stranieri sono quasi decuplicati (passando da 30 mila a 285 mila). Nei prossimi dieci anni, le ipotesi di crescita prevedono una presenza almeno raddoppiata rispetto ai valori attuali (fino a 658 mila).

D. – Quest’anno l’VIII Meeting Internazionale di Loreto sulle migrazioni in Europa cade nell’anno centenario della morte del fondatore dei Padri Scalabriniani…

R. – Stiamo verificando con grande stupore l’attualità del carisma e il diffuso interesse per la personalità e il pensiero del Beato Giovanni Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore dei Missionari Scalabriniani. Si stanno svolgendo manifestazioni in tutto il mondo e, in particolare in Italia, stiamo proponendo in varie città una riflessione storica sull’emigrazione italiana della fine del XIX ed inizio del XX secolo (l’epoca appunto di Scalabrini), per rilanciare un dibattito sull’attualità migratoria in Italia ed in Europa. In ogni città, accanto alla “memoria” sull’emigrazione italiana ed al dibattito sull’attualità migratoria locale, viene proposta una sensibilizzazione per i giovani sulle problematiche legate alle migrazioni, all’accoglienza ed all’integrazione, ed uno spettacolo musicale sulla vita e l’opera di Giovanni Battista Scalabrini (“Per terre lontane”) realizzato dalla compagnia teatrale amatoriale Scalabrini & Friends di Bassano del Grappa. A completare il quadro delle manifestazioni e dare ad esse una dimensione di mondialità, è prevista una mostra fotografica (“Limes”) di Giuseppe Lanzi sulle frontiere migratorie nel mondo. Le manifestazioni si sono già svolte a Piacenza, Roma, Milano, Padova, Como, Manfredonia, Firenze, e dopo il Meeting di Loreto toccheranno Liguria e Puglia, Veneto, Calabria, e altre località.
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