PERUGIA. - Il filosofo non può sottrarsi alla domanda di fondo su che cos'é la filosofia
e che significa pensare. Per rispondere a questa domanda, la filosofia cristiana non
può esimersi dal confronto diretto con la figura di Cristo, che si pone non soltanto
come “problema” spirituale, ma anche come fondamento del pensare. Da questo tema cruciale
ha preso avvio il convegno “Filosofare in Cristo”, promosso dal Centro Culturale “Leone
XIII”, che si è tenuto, nella settimana scorsa a Perugia. Edoardo Mirri ed Armando
Rigobello sono stati due delle voci più autorevoli di questi convegno, che ha visto
riuniti cinquanta tra i maggiori studiosi italiani di filosofia cristiana. Edoardo
Mirri ha evidenziato come il richiamo al “filosofare in Cristo” si ponga in controtendenza
con le filosofie contemporanee che sembrano interessate più alle mode che al problema
dell'uomo e del suo bisogno di costruzione di senso. In una certa filosofia prevalente
nella nostra epoca, ha spiegato Mirri, «ogni tentativo di varcare la soglia delle
esigenze del vivere quotidiano si connota come futilità. L'arte si riduce a mero abbellimento,
l'etica é da acquisire soltanto se accetta di legittimare le peggiori perversioni,
l'amore é inteso esclusivamente nella sua accezione sessuale, la religione é ammissibile
solo se ridotta a fatto individuale e “silenzioso”, a debita distanza dalla sfera
pubblica e civile. In questo contesto, la filosofia perde il suo carattere centrale:
privata di senso, per sopravvivere deve essere á la page, mera descrizione e legittimazione
della realtà esistente. Privo di riferimento etici, l'uomo é quindi autorizzato ad
abusare degli strumenti della scienza e della tecnica, esercitando un dominio arrogante
sul mondo, e perfino sulla sua stessa natura: tutto scientificamente programmato a
partire dal concepimento in vitro, per finire con l'eutanasia. Questo vuol dire fare
dell'uomo oggetto di culto di se stesso». Una diversa prospettiva é emersa invece
dall'intervento del prof. Armando Rigobello, decano della filosofia cristiana in Italia.
«Non può esserci coincidenza tra la fede, che é la risposta ad un appello, e la filosofia,
che é invece un'esigenza di ricerca – ha spiegato Rigobello –; dunque é legittimo
tracciare un confine tra i contenuti dottrinali della fede e le rielaborazioni della
filosofia. É possibile tuttavia giungere ad una soluzione: “filosofare in Cristo”
non vuol dire soltanto abbandonarsi alla meraviglia della fede, ma accedere ad una
“pre-comprensione”, che implica un approccio riflessivo». Inaugurando i lavori del
convegno, l'arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti ha tenuto a ribadire che «la riflessione
filosofica sulla figura di Cristo é il segno di un impegno intellettuale oggi più
che mai urgente. I cristiani non possono assentarsi dal dibattito pubblico, né rinunciare
alla testimonianza dell'antropologia cristiana. Ancor prima di dar voce alla fede
— ha proseguito il presule — occorre ridare voce alla ragione, che oggi rischia di
“ammalarsi”, insidiata dal laicismo». Il convegno "Filosofare in cristo" si è tenuto
nel decennale della scomparsa del filosofo umbro Teodorico Moretti-Costanzi (1912-1995),
una delle voci più autorevoli della filosofia cristiana in Italia, professore ordinario
di Filosofia teoretica nell'Università di Bologna dal 1953 al 1987. (Comunicato
- MANCINI)