Ruini sui referendum: una vittoria del buon senso nel rispetto della dignità umana
(14 giugno 2005 - RV) Non una vittoria cattolica, ma del buon senso, una vittoria
della vita umana, che ha unito cattolici e laici. Questo in sintesi il commento del
cardinale Camillo Ruini ai referendum in Italia sulla procreazione assistita che hanno
fallito il quorum: alle urne domenica e lunedì si sono recati solo il 25,5% degli
elettori. Un dato che ha sorpreso tutti e per primi i referendari, che stanno cercando
di capire i perché di questa sconfitta cocente. Ma quale spiegazione dà a questa forte
astensione il presidente della Conferenza episcopale italiana? Ascoltiamo lo stesso
cardinale Ruini al microfono di Luca Collodi: Da un punto di
vista politico il fallimento del referendum ha spaccato trasversalmente i poli. Ma
la tensione è altissima soprattutto in Alleanza Nazionale il cui presidente Gianfranco
Fini ha votato tre sì e un no all’eterologa. Gianni Alemanno e Alfredo Mantovano si
sono dimessi dagli incarichi di partito: non si può fare finta di niente – affermano
– qui sono in gioco i valori fondanti del partito. E mentre i radicali sfogano la
loro delusione attaccando con livore la Chiesa, ma senza capacitarsi di come l’astensione
possa essere stata così alta, grande è la soddisfazione del mondo cattolico. Ascoltiamo
in proposito il servizio di Sergio Centofanti:
“Continueremo
a difendere la vita”, lo hanno ribadito con forza, alla conferenza stampa organizzata
nella sede nazionale di “Scienza e Vita” a Roma, i due presidenti del Comitato, la
neuropsichiatra infantile, Paola Binetti e il genetista Bruno Dallapiccola. Per noi
c’era Massimiliano Menichetti.
Per il “sì”
al referendum si sono schierati i maggiori quotidiani nazionali. Con loro anche numerosi
esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. Dalle urne è emerso dunque,
secondo alcuni osservatori, uno scollamento di una parte degli intellettuali e degli
operatori dei mass media dal Paese reale. Su questo aspetto della campagna referendaria,
Alessandro Gisotti ha raccolto l’opinione di Paolo Bustaffa, direttore dell’agenzia
SIR: