2005-06-10 16:50:16

MESSICO: VESCOVI


MONTERREY. - I Vescovi della Regione Pastorale nord-est del Messico, “dinanzi al fragore della violenza che seguita a bagnare di sangue questa regione del Messico e al! l'onda silenziosa, ma non meno distruttiva, che continua a provocare il consumo di stupefacenti”, con una Dichiarazione intitolata “Narcotraffico e violenza sociale”, affermano di non poter restare in silenzio e impassibili. Lanciano quindi un accorato appello perché si ponga fine a questa situazione che tiene tutti in uno stato di tensione, di insicurezza, di paura, di timore e di sfiducia. La Regione Pastorale nord-est del Messico comprende le diocesi di Monterrey, Linares, Piedras Negras, Ciudad Victoria, Ciudad Valles, Saltello, Nuevo Lardo, Tampico, Matamoros.

Il documento è diviso in quattro parti: “La situazione che viviamo”; ”I valori che si distruggono”; “La riflessione che offriamo”; “L’appello che lanciamo”. Nella prima parte i Vescovi offrono un quadro della situazione di violenza, caratterizzata da frequenti esecuzioni di civili, sequestri, irruzioni nelle case private o nei luoghi pubblici, e lamentano la crescita di quanti si dedicano al traffico di stupefacenti. Denunciano quindi il fatto che anche alcune autorità siano complici del traffico e della distribuzione di stupefacenti. Di fronte a questo panorama che riflette una cultura di morte - caratterizzata dal disprezzo della vita umana, dallo svilimento della dignità della persona, dalla perdita di coscienza del valore del lavoro onesto, dalla corruzione e dall’impunità - è a rischio “la perdita dei valori umani trascendenti, che danno coesione e stabilità alla società”.

Gli effetti negativi che appaiono nella società messicana, e che hanno rapporto diretto con il narcotraffico, con il riciclaggio di denaro sporco, con la prostituzione, il traffico di armi, la violenza, l’aggressività sociale, “manifestano l’assenza e il vuoto di Dio, poiché nella misura in cui escludiamo l’esistenza e l’autorità di Dio, restiamo indifesi e alla mercé dell’uomo stesso, in modo tale che il più ambizioso e potente può decidere chi debba vivere e chi debba morire”. Questo panorama - proseguono i Vescovi - ci pone dinanzi alla sfida di lasciar entrare Dio nelle nostre vite, nella famiglia e in tutta la società. L’incontro con Lui ci conduce alla conversione, per sradicare la violenza e lavorare instancabilmente per la pace. “Soltanto la conversione a Dio ci porta ad assumere consapevolezza delle conseguenze della collaborazione con il narcotraffico”.

Con profonda preoccupazione e dolore, i Vescovi lanciano un pressante appello alla comunità ecclesiale ed a tutta la società, perché si metta fine alla sofferenza di tanti essere umani e così si freni la distruzione del tessuto sociale che il narcotraffico sta provocando. Alle autorità, di cui si riconosce l’impegno per contrastare questa piaga, si ricorda che bisogna tenere conto che una delle radici di questo problema è la disuguaglianza sociale, che nega le opportunità di sviluppo alla maggior parte della popolazione. La corruzione e l’impunità inoltre ledono lo stato di diritto e portano a minare le fondamenta legittime che sostengono il tessuto sociale, si creano vuoti di potere che aprono le porte all’ingovernabilità e al sospetto diffuso nei confronti di coloro che esercitano l’autorità. Agli operatori dei media viene sollecitato l’impegno a promuovere l’apprezzamento della vita umana e di essere attenti a diffondere tutto ciò che alimenta il clima di violenza, promu! ovendo invece quanto contribuisce a rafforzare i valori e la qualità morale della popolazione.

Alle famiglie si chiede di curare la loro missione di educatrici dei loro figli e di accompagnarli in ogni tappa della loro vita, nella consapevolezza che i principali destinatari del narcotraffico sono i bambini ed i giovani. Infine un appello a tutti gli operatori pastorali, perché nell’evangelizzazione e nella catechesi si annunci con forza Gesù Cristo, unico Salvatore: “Formiamo un fronte comune per promuovere i valori della vita, la dignità della persona e del lavoro, la responsabilità cittadina, l’onestà, la giustizia e la pace, per agevolare la ricostruzione del tessuto sociale”
(Fides)







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