MONTERREY. - I Vescovi della Regione Pastorale nord-est del Messico, dinanzi al
fragore della violenza che seguita a bagnare di sangue questa regione del Messico
e al! l'onda silenziosa, ma non meno distruttiva, che continua a provocare il consumo
di stupefacenti, con una Dichiarazione intitolata Narcotraffico e violenza sociale,
affermano di non poter restare in silenzio e impassibili. Lanciano quindi un accorato
appello perché si ponga fine a questa situazione che tiene tutti in uno stato di tensione,
di insicurezza, di paura, di timore e di sfiducia. La Regione Pastorale nord-est del
Messico comprende le diocesi di Monterrey, Linares, Piedras Negras, Ciudad Victoria,
Ciudad Valles, Saltello, Nuevo Lardo, Tampico, Matamoros.
Il documento è diviso
in quattro parti: La situazione che viviamo; I valori che si distruggono; La
riflessione che offriamo; Lappello che lanciamo. Nella prima parte i Vescovi offrono
un quadro della situazione di violenza, caratterizzata da frequenti esecuzioni di
civili, sequestri, irruzioni nelle case private o nei luoghi pubblici, e lamentano
la crescita di quanti si dedicano al traffico di stupefacenti. Denunciano quindi il
fatto che anche alcune autorità siano complici del traffico e della distribuzione
di stupefacenti. Di fronte a questo panorama che riflette una cultura di morte - caratterizzata
dal disprezzo della vita umana, dallo svilimento della dignità della persona, dalla
perdita di coscienza del valore del lavoro onesto, dalla corruzione e dallimpunità
- è a rischio la perdita dei valori umani trascendenti, che danno coesione e stabilità
alla società.
Gli effetti negativi che appaiono nella società messicana, e
che hanno rapporto diretto con il narcotraffico, con il riciclaggio di denaro sporco,
con la prostituzione, il traffico di armi, la violenza, laggressività sociale, manifestano
lassenza e il vuoto di Dio, poiché nella misura in cui escludiamo lesistenza e lautorità
di Dio, restiamo indifesi e alla mercé delluomo stesso, in modo tale che il più ambizioso
e potente può decidere chi debba vivere e chi debba morire. Questo panorama - proseguono
i Vescovi - ci pone dinanzi alla sfida di lasciar entrare Dio nelle nostre vite, nella
famiglia e in tutta la società. Lincontro con Lui ci conduce alla conversione, per
sradicare la violenza e lavorare instancabilmente per la pace. Soltanto la conversione
a Dio ci porta ad assumere consapevolezza delle conseguenze della collaborazione con
il narcotraffico.
Con profonda preoccupazione e dolore, i Vescovi lanciano
un pressante appello alla comunità ecclesiale ed a tutta la società, perché si metta
fine alla sofferenza di tanti essere umani e così si freni la distruzione del tessuto
sociale che il narcotraffico sta provocando. Alle autorità, di cui si riconosce limpegno
per contrastare questa piaga, si ricorda che bisogna tenere conto che una delle radici
di questo problema è la disuguaglianza sociale, che nega le opportunità di sviluppo
alla maggior parte della popolazione. La corruzione e limpunità inoltre ledono lo
stato di diritto e portano a minare le fondamenta legittime che sostengono il tessuto
sociale, si creano vuoti di potere che aprono le porte allingovernabilità e al sospetto
diffuso nei confronti di coloro che esercitano lautorità. Agli operatori dei media
viene sollecitato limpegno a promuovere lapprezzamento della vita umana e di essere
attenti a diffondere tutto ciò che alimenta il clima di violenza, promu! ovendo invece
quanto contribuisce a rafforzare i valori e la qualità morale della popolazione.
Alle
famiglie si chiede di curare la loro missione di educatrici dei loro figli e di accompagnarli
in ogni tappa della loro vita, nella consapevolezza che i principali destinatari del
narcotraffico sono i bambini ed i giovani. Infine un appello a tutti gli operatori
pastorali, perché nellevangelizzazione e nella catechesi si annunci con forza Gesù
Cristo, unico Salvatore: Formiamo un fronte comune per promuovere i valori della
vita, la dignità della persona e del lavoro, la responsabilità cittadina, lonestà,
la giustizia e la pace, per agevolare la ricostruzione del tessuto sociale (Fides)