L'astensione consapevole ai referendum per stare dalla parte di chi non ha voce
(10 giugno 2005 - RV) “Dalla parte della vita senza nessuna strumentalizzazione” lo
ribadisce il comitato nazionale “Scienza e Vita” per il non voto al referendum sulla
procreazione artificiale. Oggi è il giorno conclusivo della campagna referendaria.
Intanto a sostegno dell’astensione si sono schierati anche i lavoratori cattolici
delle ACLI che, nella sede nazionale romana, hanno proposto un incontro con quattro
rappresentanti di organizzazioni di lavoratori, ribadendo che l'astensione e' un modo
per dare voce ai più deboli. Massimiliano Menichetti: ********** Mancano solo
due giorni e l’Italia sarà chiamata ad esprimersi sui referendum abrogativi della
legge 40 sulla fecondazione artificiale. Il fronte referendario ha duramente attaccato
la scelta di chi ha ritenuto l’astensione il modo più efficace per dire “no”. Paladino
di questa lotta il leader dei Radicali, Pannella, che nel 1985 però invitava l'elettorato
a disertare le urne contro i referendum sulla Scala Mobile, scrivendo “Basta non votare:
il referendum cadrà”. Anni in cui tutti gli schieramenti politici si sono avvicendati
nello scegliere l’astensione come strumento di contrasto. Nel 2003, sul referendum
riguardante l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il segretario Ds Piero Fassino
coniò la formula “astensione attiva”; oggi la considera “un trucco”. Intanto ieri
a Roma si sono incontrati nella sede delle Acli il presidente Bobba, Paolo Bedoni
presidente Coldiretti; Luigi Marino, presidente Confcooperative, e a titolo personale
il segretario della Cisl Savino Pezzotta. I rappresentanti di quattro organizzazioni
di lavoratori hanno ribadito, contro il “potere crescente delle grandi fabbriche genetiche”
che la vita è ''la nuova frontiera del sociale ed è terreno di lotta per chi decide
di stare dalla parte dei più deboli e gli dà voce”. E che sulla vita è meglio scegliere
di non votare. **********
I quattro referendum partono dall’assunto che
malattie come ’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i
tumori potranno essere curate grazie alla sperimentazione sugli embrioni. Ma esistono
prove scientifiche dell’efficacia delle staminali embrionali? Massimiliano Menichetti
lo ha chiesto a Luisa Santolini presidente del Forum delle Famiglie e del Comitato
“Scienza e Vita”...
********** R.
– E’ esattamente il contrario: il trattamento di malattie da parte delle cellule staminali
adulte arriva alla cura di 58 malattie, mentre il trattamento con cellule staminali
embrionali è a zero. Si illudono le persone come se ci fosse la guarigione dietro
l’angolo, mentre è vero esattamente il contrario.
D. – La tutela della donna
è il punto centrale – diciamo – del secondo referendum…
R. – La tutela della
donna è una cosa molto seria e non può essere contrabbandata con degli slogan. La
tutela della donna è garantita da questa legge, proprio perché l’Associazione mondiale
di medicina riproduttiva ha dichiarato, pochi mesi fa, che il 50 per cento delle fecondazioni
in vitro possono essere evitate. Il che significa che le donne si trovavano in mano
a medici senza scrupoli, che le avviano a queste pratiche, costose, invasive ed anche
pericolose, senza aver prima cercato altre soluzione alla sterilità.
D. –
Passiamo al terzo quesito, che insieme di fatto al secondo mira ad abrogare completamente
l’art. 1 della legge: quello che definisce ed assicura cioè i diritti di tutti i soggetti
coinvolti, compreso il concepito. In questo caso c’è chi ravvisa la possibilità che
poi potrebbe essere abrogata la legge sull’aborto, la 194?
R. – Non è vero
che la legge 40 va in conflitto con la 194. La legge 194 non è stata mai applicata
nell’art. 1, che dice testualmente: la Repubblica riconosce il valore sociale della
maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Allora la legge 40 tutela la
vita umana fin dal suo inizio. La legge 194 non nega l’umanità del concepito, dice
solo che quando ci sono dei conflitti tra la salute del bambino e la sua vita e ci
sono conflitti con la salute della mamma, in un certo senso prevale la salute della
mamma. Le speculazioni in questo campo e la disinformazione in questi giorni hanno
regnato sovrane.
D. – Stiamo assistendo a diversi Manifesti firmati da Premi
Nobel o scienziati che affermano la possibilità di sperimentare sull’embrione, di
fatto non considerando questo un uomo…
R. – Hanno tutto l’interesse ad avere
a disposizione embrioni da sperimentare e quindi a far finta che quell’embrione sia
una cosa. Però, in questo caso, mi viene voglia di dire a questi scienziati: applichiamo
il principio di precauzione.
D. – Quindi lei mi dice che nel dubbio non si
tocchino gli embrioni…
R. – Non si tocchino gli embrioni; la legge si ferma
e fra tre anni la legge sarà stata applicata, sarà stata studiata nei suoi aspetti
positivi e negativi, si sarà visto quali saranno gli esiti: a quel punto il Parlamento
è il luogo giusto per discuterne insieme agli scienziati.
D. – E’ possibili
quantificare degli interessi economici?
R. – Si parlava di svariate e svariate
di decine di miliardi all’anno. Noi in Italia abbiamo – a parità di popolazione –
per milione di abitanti ci sono 6 volte i centri che ci sono in Gran Bretagna e negli
Stati Uniti e questi centri sono tutti privati. Perché? Sarebbe allora molto più onesto
dire che la fecondazione assistita si fa gratis e in strutture pubbliche garantite.
D. – Il quarto referendum parla di fecondazione eterologa…
R. – Non
è possibile pensare di avere un figlio e metterlo al mondo soltanto in base ai propri
desideri, ai propri bisogni o al proprio egoismo. Questo bambino ha diritto ad avere
una propria identità genetica. Ci sono dei Paesi all’estero che stanno tornando indietro:
tanto è vero che in Inghilterra e in Svezia hanno adesso imposto l’obbligo che il
donatore del seme sia noto. Questo ha fatto crollare, tra l’altro, il numero dei donatori.
Aggiungo inoltre che sono alti i casi di ricusazione del bambino che nasce sia da
parte del padre, sia da parte della madre, perché questo genitore fantasma diventa
un’ossessione e ci sono molti casi di una grande e grave crisi della coppia dopo che
sono arrivati alla fecondazione eterologa. Sottolineo che il donatore non è per niente
un donatore, perché si fa pagare. Ricordo che in Inghilterra una donna che dà gli
ovociti viene pagata mille sterline per ogni ovocita donato e siccome costava troppo
questa operazione, adesso vanno in Romania e le donne romene, che sono notoriamente
più povere, danno gli ovociti a 150 sterline. Ci siamo quindi inventanti un nuovo
metodo di sfruttamento delle donne.
D. – Si è dibattuto molto sulla liceità
dell’astensione…
R. – Qui non si tratta soltanto di un problema di contenuti,
che abbiamo spiegato finora, noi rifiutiamo il metodo del referendum e rimarremo a
casa anche se si raggiunge il quorum. Ricordo che tutti i partiti – cominciando da
Fassino, due anni fa – hanno predicato l’astensione per fermare dei referendum che
ritenevano sbagliati, Radicali in testa. Non si capisce perché allora la nostra astensione
è immorale e l’astensione degli altri va benissimo... **********