2005-06-10 15:43:36

L'astensione consapevole ai referendum per stare dalla parte di chi non ha voce


(10 giugno 2005 - RV) “Dalla parte della vita senza nessuna strumentalizzazione” lo ribadisce il comitato nazionale “Scienza e Vita” per il non voto al referendum sulla procreazione artificiale. Oggi è il giorno conclusivo della campagna referendaria. Intanto a sostegno dell’astensione si sono schierati anche i lavoratori cattolici delle ACLI che, nella sede nazionale romana, hanno proposto un incontro con quattro rappresentanti di organizzazioni di lavoratori, ribadendo che l'astensione e' un modo per dare voce ai più deboli. Massimiliano Menichetti:
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Mancano solo due giorni e l’Italia sarà chiamata ad esprimersi sui referendum abrogativi della legge 40 sulla fecondazione artificiale. Il fronte referendario ha duramente attaccato la scelta di chi ha ritenuto l’astensione il modo più efficace per dire “no”. Paladino di questa lotta il leader dei Radicali, Pannella, che nel 1985 però invitava l'elettorato a disertare le urne contro i referendum sulla Scala Mobile, scrivendo “Basta non votare: il referendum cadrà”. Anni in cui tutti gli schieramenti politici si sono avvicendati nello scegliere l’astensione come strumento di contrasto. Nel 2003, sul referendum riguardante l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il segretario Ds Piero Fassino coniò la formula “astensione attiva”; oggi la considera “un trucco”. Intanto ieri a Roma si sono incontrati nella sede delle Acli il presidente Bobba, Paolo Bedoni presidente Coldiretti; Luigi Marino, presidente Confcooperative, e a titolo personale il segretario della Cisl Savino Pezzotta. I rappresentanti di quattro organizzazioni di lavoratori hanno ribadito, contro il “potere crescente delle grandi fabbriche genetiche” che la vita è ''la nuova frontiera del sociale ed è terreno di lotta per chi decide di stare dalla parte dei più deboli e gli dà voce”. E che sulla vita è meglio scegliere di non votare.
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I quattro referendum partono dall’assunto che malattie come ’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori potranno essere curate grazie alla sperimentazione sugli embrioni. Ma esistono prove scientifiche dell’efficacia delle staminali embrionali? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto a Luisa Santolini presidente del Forum delle Famiglie e del Comitato “Scienza e Vita”... RealAudioMP3

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R. – E’ esattamente il contrario: il trattamento di malattie da parte delle cellule staminali adulte arriva alla cura di 58 malattie, mentre il trattamento con cellule staminali embrionali è a zero. Si illudono le persone come se ci fosse la guarigione dietro l’angolo, mentre è vero esattamente il contrario.

D. – La tutela della donna è il punto centrale – diciamo – del secondo referendum…

R. – La tutela della donna è una cosa molto seria e non può essere contrabbandata con degli slogan. La tutela della donna è garantita da questa legge, proprio perché l’Associazione mondiale di medicina riproduttiva ha dichiarato, pochi mesi fa, che il 50 per cento delle fecondazioni in vitro possono essere evitate. Il che significa che le donne si trovavano in mano a medici senza scrupoli, che le avviano a queste pratiche, costose, invasive ed anche pericolose, senza aver prima cercato altre soluzione alla sterilità.

D. – Passiamo al terzo quesito, che insieme di fatto al secondo mira ad abrogare completamente l’art. 1 della legge: quello che definisce ed assicura cioè i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. In questo caso c’è chi ravvisa la possibilità che poi potrebbe essere abrogata la legge sull’aborto, la 194?

R. – Non è vero che la legge 40 va in conflitto con la 194. La legge 194 non è stata mai applicata nell’art. 1, che dice testualmente: la Repubblica riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Allora la legge 40 tutela la vita umana fin dal suo inizio. La legge 194 non nega l’umanità del concepito, dice solo che quando ci sono dei conflitti tra la salute del bambino e la sua vita e ci sono conflitti con la salute della mamma, in un certo senso prevale la salute della mamma. Le speculazioni in questo campo e la disinformazione in questi giorni hanno regnato sovrane.

D. – Stiamo assistendo a diversi Manifesti firmati da Premi Nobel o scienziati che affermano la possibilità di sperimentare sull’embrione, di fatto non considerando questo un uomo…

R. – Hanno tutto l’interesse ad avere a disposizione embrioni da sperimentare e quindi a far finta che quell’embrione sia una cosa. Però, in questo caso, mi viene voglia di dire a questi scienziati: applichiamo il principio di precauzione.

D. – Quindi lei mi dice che nel dubbio non si tocchino gli embrioni…

R. – Non si tocchino gli embrioni; la legge si ferma e fra tre anni la legge sarà stata applicata, sarà stata studiata nei suoi aspetti positivi e negativi, si sarà visto quali saranno gli esiti: a quel punto il Parlamento è il luogo giusto per discuterne insieme agli scienziati.

D. – E’ possibili quantificare degli interessi economici?

R. – Si parlava di svariate e svariate di decine di miliardi all’anno. Noi in Italia abbiamo – a parità di popolazione – per milione di abitanti ci sono 6 volte i centri che ci sono in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e questi centri sono tutti privati. Perché? Sarebbe allora molto più onesto dire che la fecondazione assistita si fa gratis e in strutture pubbliche garantite.

D. – Il quarto referendum parla di fecondazione eterologa…

R. – Non è possibile pensare di avere un figlio e metterlo al mondo soltanto in base ai propri desideri, ai propri bisogni o al proprio egoismo. Questo bambino ha diritto ad avere una propria identità genetica. Ci sono dei Paesi all’estero che stanno tornando indietro: tanto è vero che in Inghilterra e in Svezia hanno adesso imposto l’obbligo che il donatore del seme sia noto. Questo ha fatto crollare, tra l’altro, il numero dei donatori. Aggiungo inoltre che sono alti i casi di ricusazione del bambino che nasce sia da parte del padre, sia da parte della madre, perché questo genitore fantasma diventa un’ossessione e ci sono molti casi di una grande e grave crisi della coppia dopo che sono arrivati alla fecondazione eterologa. Sottolineo che il donatore non è per niente un donatore, perché si fa pagare. Ricordo che in Inghilterra una donna che dà gli ovociti viene pagata mille sterline per ogni ovocita donato e siccome costava troppo questa operazione, adesso vanno in Romania e le donne romene, che sono notoriamente più povere, danno gli ovociti a 150 sterline. Ci siamo quindi inventanti un nuovo metodo di sfruttamento delle donne.

D. – Si è dibattuto molto sulla liceità dell’astensione…

R. – Qui non si tratta soltanto di un problema di contenuti, che abbiamo spiegato finora, noi rifiutiamo il metodo del referendum e rimarremo a casa anche se si raggiunge il quorum. Ricordo che tutti i partiti – cominciando da Fassino, due anni fa – hanno predicato l’astensione per fermare dei referendum che ritenevano sbagliati, Radicali in testa. Non si capisce perché allora la nostra astensione è immorale e l’astensione degli altri va benissimo...
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