I mass media, ponti di dialogo tra i popoli se fondati su verità e giustizia
(10 giugno 2005 - RV) La “nuova cultura” imposta dai media può fornire un “grande
contributo” al dialogo tra i popoli se opportunamente fondata su criteri etici e orientata
alla verità e alla giustizia. L’auspicio dell’arcivescovo John Foley, presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, è contenuto nel discorso che il
presule ha tenuto oggi durante la decima Conferenza cristiana su Internet (ECIC),
ospitata dallo stesso dicastero vaticano. L’incontro, intitolato “La Chiesa nella
società digitale”, ha permesso a mnons. Foley di riprendere e ribadire alcuni concetti
espressi poco prima della sua morte da Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica
Il rapido sviluppo, indirizzata lo scorso febbraio ai responsabili delle comunicazioni
sociali..
Riconoscendo il forte potere di condizionamento della “nuova cultura
mediale” sulla mentalità umana, mons. Foley ha subito chiarito la necessità che essa
sia “basata sui valori universalmente validi e finalizzata al bene comune”, oltre
che guidata dal “principio etico di rispetto della dignità umana”. I mass media -
formando le opinioni ed echeggiando gli interrogativi fondamentali dell’uomo, compresi
quelli religiosi – offrono, con il loro continuo sviluppo, “nuove possibilità di approfondimento”
per la stessa fede. Tuttavia, ha obiettato il presidente del dicastero vaticano, tale
caratteristica rende urgente “la necessità di un approccio critico e di un vero discernimento”.
In particolare, ha osservato mons. Foley, serve “un’opportuna formazione degli operatori
dei media, non solo cattolici”, che renda l’esercizio della professione libero e responsabile,
a servizio dei “supremi criteri della verità e della giustizia”. La Chiesa, chiamata
da tempo a dialogare con l’universo dei media, “vuole varcare questa soglia che conduce
ad una nuova epoca, valorizzando – ha concluso mons. Foley - gli strumenti donati
da Dio all’uomo, capaci di mantenere aperto il dialogo tra le genti, facendosi strumento
di conoscenza, comprensione reciproca e solidarietà”.