(6 giugno 2005 - RV) Si aprono oggi due settimane difficili per l’Unione Europea,
dopo il no di Francia e Paesi Bassi alla Costituzione . Febbrili contrattazioni sono,
infatti, già in corso per giungere al summit del 16 e 17 giugno a Bruxelles con una
possibile soluzione sull’avvenire del Trattato. E oggi a Lussemburgo si incontreranno
i ministri delle Finanze dei 25. La riunione sarà l’occasione per comprendere il futuro
della politica economica del Vecchio Continente. Sempre oggi il ministro degli Esteri
britannico, Jack Straw, annuncerà il congelamento del referendum sulla “Magna Charta”
europea – previsto nella primavera del 2006 – fino alla soluzione della crisi innescata
dal voto olandese e francese.
E’ di almeno 53 morti e 40 feriti il bilancio
ancora provvisorio di un attacco dinamitardo compiuto oggi in Nepal dalla guerriglia
maoista contro un pullman di civili vicino ad un villaggio, nel distretto sud-occidentale
di Chitwan, a 180 chilometri dalla capitale Kathmandu. Lo ha reso noto la polizia,
secondo cui il veicolo gremito di lavoratori è finito su una mina anti-carro piazzata
lungo la strada, presumibilmente proprio dai ribelli. Per il momento non risultano
comunque rivendicazioni dell'agguato.
È tragico il bilancio delle piogge torrenziali
che hanno colpito in queste ultime 2 settimane la Cina. Le cifre ufficiali,
diffuse ieri dalle autorità di Pechino, parlano di oltre 300 tra morti e dispersi.
Decine di migliaia, invece, i senzatetto.
Quindici militari sono rimasti
uccisi nel corso di un attacco contro una base militare nel nord est della Mauritania.
Morti anche 5 degli assalitori. Gli inquirenti sostengono che l’attacco sia stato
sferrato dal Gruppo salafita di predicazione e combattimento, un’organizzazione terroristica
algerina legata ad Al Quaeda.
Sono più di 5 milioni gli aventi diritto chiamati
alle urne oggi in Ciad per esprimere il loro voto su un controverso referendum.
La tornata referendaria riguarda una riforma della Costituzione, che permetterà al
presidente Deby, al potere dal 1990, di essere riconfermato il prossimo anno per un
nuovo mandato.
Il presidente della Guinea equatoriale, Teodoro Obiang
Nguema, in occasione del suo 63.esimo compleanno ha concesso a sorpresa la grazia
a 6 piloti armeni condannati per un tentativo di colpo di stato nel marzo 2004.