Radiodomenica: speciale referendum fecondazione artificiale. Non una questione
cattolica
di Massimiliano Menichetti con la collaborazione di Paolo Ondarza e Isabella
Piro
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Noi non siamo
impegnati “per gli interessi cattolici ma per l’uomo, creatura di Dio”. Benedetto
XVI nel Suo discorso ai vescovi italiani, per 54ª assemblea generale della CEI,
ha rimarcato senza mezzi termini la centralità della vita, lodato l’impegno della
Chiesa italiana in tal senso e alla vigilia del referendum ha ribadito
Quattro i
quesiti proposti dal cosiddetto fronte del si, il quinto quesito quello sull’abrogazione
totale della norma, seppur presentato, non è stato accettato dalla Corte Costituzionale
che ha rimarcato l’indispensabilità della legge attuale, la prima in questo settore
che ha messo ordine al caos preesistente. Isabella Piro ha raccolto il commento del
presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini
II promotori
del referendum presentano il primo quesito come utile a favorire la cura di
malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie,
i tumori e vorrebbero a tal fine modificare la legge permettendo la sperimentazione
sugli embrioni. “Così si uccidono uomini per un falso”, obiettano molti scienziati.
Il genetista Bruno Dallapiccola
E’
la tutela della donna il punto centrale del secondo quesito esposto dai fautori
del referendum che chiedono che sia possibile produrre un numero illimitato di embrioni
e di non procedere all’impianto se si è cambiata idea, la biologa Olimpia Tarzia
Il secondo
referendum vuole permettere l’accesso alle tecniche di fecondazione artificiale anche
se non è stata accertata la sterilità e senza tentare cure preliminari, la ginecologa
Valeria Navarretta
Il terzo
quesito referendario combinato al precedente mira ad abrogare completamente l’articolo
1, della legge 40, considerato di fatto l’architrave della norma perché “assicura
i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito“. Francesco D’agostino
presidente del Comitato Nazionale di Bioetica
"I quesiti
referendari propongono in realtà solo illusioni” è la denuncia di Enzo Tiezzi,
ordinario di Chimica fisica all’Università di Siena. Fabio Colagrande lo ha intervistato
L’abolizione
del divieto alla fecondazione eterologa è l’obiettivo del quarto quesito. Se
passasse il referendum, quindi, si potrebbe utilizzare materiale genetico esterno
alla coppia per ottenere un embrione. “Se la norma venisse abrogata – afferma Giovanni
Giacobbe preside della facoltà di giurisprudenza presso l’Università Lumsa di
Roma - si lederebbe il diritto del bambino ad avere genitori certi”
gravi anche
i riflessi psicologici sul bambino, una volta conosciuta la matrice eterologa della
propria nascita, la neuropsichiatra infantile, Paola Binetti
“L’eterologa
è un tipo di fecondazione incapace di essere sostegno all’interno della coppia”, sottolinea
Antonio Maria Baggio docente di etica politica presso l’Università Gregoriana
di Roma
I quattro
quesiti riaprono quindi il dibattito sulla liceità della ricerca scientifica che secondo
alcuni non deve avere limiti, ancora Antonio Maria Baggio
Non
bisogna avere esitazioni “Ci viene proposto qualcosa che non è sottoponibile a referendum”.
E’ l’appello di mons. Elio Sgreccia sui criteri che muovono al “non voto”,
all’astensione, per i quattro quesiti referendari. Il presidente della Pontificia
accademia per la vita, in riferimento all’embrione, ha ribadito che “è il momento
di schierarsi, e dire se l'uomo è dove inizia davvero o dove lo vogliamo mettere noi”
Serrato il
dibattito sul referendum e di fatto due i fronti in campo: il “si” e l’astensione.
Ancora il preside della facoltà di giurisprudenza presso l’Università Lumsa di Roma,
Giovanni Giacobbe che sottolinea: “la Costituzione non prevede per il referendum
abrogativo il dovere civico del voto, principio invece contemplato per il voto politico
I quotidiani
nazionali, le trasmissioni radio e Tv continuano a presentare le ragioni del “si”
e dell'astenzione, i limiti della ricerca scientifica, i diritti del nascituro, della
coppia; eppure molti lamentano un’informazione sbilanciata e carente. Luigi
Amicone direttore del settimanale Tempi
Molti i testimonial
del mondo dello spettacolo schierati sul referendum, Paola Saluzzi, giornalista
e presentatrice, ribadisce il dovere di una corretta informazione e la necessità di
ridimensionare la credibilità del cosiddetto ”mondo delle immagini”
A parlare
di informazione resa volutamente incomprensibile è il direttore del quotidiano il
Foglio, Giuliano Ferrara, per il quale gli scienziati devono convincersi che
non possono mettere le mani sulla vita umana e che i quesiti referendari in fondo
sono riconducibili ad un “si” o un “no” al rispetto della vita
Intanto il
mondo politico in maniera trasversale ha costituito il comitato “Non votare” una delle
molteplici iniziative che raccoglie esponenti di tutti gli orientamenti politici.
Il presidente del Comitato, onorevole Luca Volontè
Netta la
denuncia dell’onorevole Francesca Martini, tra le fondatrici del Comitato
“Non votare”
L’astensione
non è disimpegno. Lo ha ribadito più volte il presidente dei vescovi, cardinale Camillo
Ruini, che ha dedicato un intero capitolo della sua prolusione, alla 54esima assemblea
della Cei, al referendum del 12 e 13 giugno