(30 maggio 2005 - RV) Il no di ieri al referendum sulla Costituzione europea – con
il 54,87 per cento dei voti – sta mettendo in discussione, in queste ore, anche gli
equilibri interni francesi. Da Parigi, Francesca Pierantozzi: Il no della Francia
alla Costituzione europea ha ovviamente scatenato un effetto boomerang in tutt’Europa.
In Danimarca, dove la scadenza referendaria è fissata per il 27 settembre, l’estrema
destra ha chiesto di annullare il voto. Ma da Bruxelles arrivano le rassicurazioni
dei vertici dell’Unione europea. Le ratifiche continuano e l’Unione saprà rispondere
alla sfida, hanno detto il presidente della Commissione europea, Barroso, e il presidente
di turno dell’Ue, il lussemburghese Junker: Il no della Francia,
comunque, non può fermare il progetto dell’Europa unita. È il commento di Federiga
Bindi, titolare della cattedra Jean Monnet all’Università di Roma “Tor Vergata”, al
microfono di Andrea Sarubbi:
Anche la
Chiesa – che si era pronunciata per il sì alla Costituzione, nonostante l’assenza
di riferimenti alle radici cristiane – guarda con una certa preoccupazione al voto
di ieri. La mancata ratifica della Francia – affermano i vescovi del Vecchio Continente
– è una sfida per l’Europa intera. Andrea Sarubbi ne ha parlato con mons. Aldo Giordano,
segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali europee: