Urne aperte in Francia per il referendum sulla Costituzione Europea. Proiezioni in
serata ma i primi risultati solo domani
(29 maggio - RV) Sono circa 42 milioni i francesi chiamati oggi alle urne per il referendum
sulla ratifica del Trattato costituzionale dell'Unione europea. I seggi, aperti questa
mattina alle 8.00, chiuderanno alle 20.00, ad eccezione di Parigi e Lione, dove le
operazioni di voto verranno prolungate di altre due ore. La campagna elettorale ha
spaccato il Paese e si è caratterizzata per ripetuti appelli al voto da parte del
governo francese, a cominciare dal presidente Jacques Chirac e dal premier Jean-Pierre
Raffarin. Prime proiezioni si avranno stasera ma per i risultati bisognerà aspettare
domani.
Se verranno confermate le previsioni della vigilia, i francesi respingeranno
il Trattato, aprendo una crisi a livello europeo. Ed è l'Europa intera ad attendere
l'esito del voto. Nei giorni scorsi numerose personalità del Vecchio Continente avevano
invitato a votare ‘sì’, a cominciare dal cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che
ha lanciato un forte appello ai francesi affinché accolgano la Carta costituzionale,
fino al premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, secondo il quale “L’Europa
non può avanzare senza la Francia”.
Sappiamo il salto di qualità sul piano
politico che l’Unione Europea può fare con la Costituzione che rafforza le istituzioni
europee ormai deboli per un’Europa a 25. Ma quali sono le motivazioni di chi sostiene
il ‘no’? Fausta Speranza lo ha chiesto all’ex primo ministro francese Michel Rocard,
politico socialista di lungo corso:
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– JE CROIS QUE, DANS L’EXPLOSION FRANÇAISE DU NON ... Credo che, nell’esplosione
francese del “no” pesino tre fattori, di cui nessuno da solo è sufficiente a spiegare.
Il primo punto è che noi abbiamo sempre avuto, da un punto di vista storico, tanto
all’estrema destra quanto all’estrema sinistra, un certo numero di “souvrainistes”:
il nostro stesso partito comunista ha sempre giocato con le carte del nazionalismo
... Può sembrare curioso, può sembrare “scandaloso”, come atteggiamento di un partito
comunista, ma è così. Però, questi si uniscono ai “souvrainistes” dell’estrema destra,
e già solo questi due gruppi messi insieme arrivano a formare un buon 30 per cento
dei francesi!
D. – Quindi, il rischio è che questo voto non sia un voto realmente
sulla Costituzione?
R. – OUI, BIEN SUR! LE DEUXIEME ELEMENT C’EST QUE ... Ovviamente !
Il secondo punto è che esiste un contenzioso aperto, visibile a tutti, tra il popolo
francese e il presidente Chirac. Egli è stato rieletto nel 2002 con l’82 per cento
dei voti, perché all’opposizione era emerso il candidato fascista. A quel punto i
francesi hanno detto: “Questo, no!”. Però, questo significa che il presidente della
Repubblica è stato eletto con una metà dei voti, anzi un’ampia metà dei voti della
sinistra. E da quel momento, egli ha condotto una politica fortemente a destra, fiscalmente
estremamente conservatrice: è una politica che va a favore dello 0,5 per cento dei
francesi più ricchi, il che comunque non è corretto. Ecco questo è quello che pensano
i francesi che provano un grande risentimento: questo ne è il motivo principale.
Il
terzo punto, invece, possiamo chiamarlo “sociale” ma che in definitiva è solo una
forma di perplessità dei francesi nei riguardi di una mondializzazione mal gestita:
si sentono contro questa situazione in cui la disoccupazione dura troppo a lungo,
la crescita è rallentata, le continue ristrutturazioni dell’industria, tanti licenziamenti,
molto trasferimenti ... questo fa sì che la classe operaia e la classe impiegatizia
francese vivono nella coscienza di un costante “pericolo” per il proprio lavoro. Non
è solo per via dei disoccupati, che comunque sono già troppi; la minaccia pesa sugli
altri! Ecco, è tutto questo che crea uno stato di risentimento, e sfortunatamente
questo risentimento va oltre il referendum in sé e per sé, perché il referendum per
l’approvazione della Costituzione non ha nulla a che vedere con il nostro presidente:
qualsiasi cosa accada, lui comunque rimarrà al suo posto! E’ quindi sbagliato fare
questo tipo di confusione.
Per quanto riguarda la mondializzazione, direi
che l’Europa ne è piuttosto vittima che non causa e possiamo rammaricarci del fatto
che l’Europa non sia più capace di difenderci da questa mondializzazione. Ma dal momento
che essa non è più capace di difenderci è necessario rafforzarla. Ecco perché è necessario
adottare la Costituzione! Il voto dettato dal risentimento produce l’effetto contrario!
D.
– La partecipazione della gente al dibattito sull’argomento in questo periodo è stata
alta: questo comunque è un buon segno, non crede?
R. – OUI. CA C’EST LE SEUL
AVANTAGE DE L’AFFAIRE: ... Sì, e questo è l’unico aspetto positivo di tutta la
faccenda. Qualunque sia il risultato, sarà stata la prima volta che abbiamo avuto
un grande dibattito, anche molto approfondito, sull’Europa. Il testo della Costituzione
ha spopolato nelle librerie, pur essendo stata inviata a titolo gratuito a tutti gli
elettori: la gente ha cercato testi di approfondimento, i dibattiti hanno ricevuto
tanti approfondimenti ... Forse, alla fine, questo potrà contribuire a sbrogliare
un po’ il malinteso ... Il dibattito è stato straordinariamente intenso, ma allo stesso
tempo con un forte significato simbolico e anche, forse, eccessivo ... **********