2005-05-29 14:27:58

Aperti i seggi nella capitale del Libano per le legislative che si concluderanno il prossimo 19 giugno. Oggi si vota solo nella circoscrizione di Beirut


(29 maggio - RV) E’ iniziata stamani a Beirut la lunga tornata elettorale per eleggere i 128 deputati del Parlamento in Libano. Le legislative prevedono altre votazioni nelle prossime tre domeniche e si concluderanno il 19 giugno. Grande favorito di questo primo appuntamento, valido per la circoscrizione di Beirut e segnato per il momento da una bassa affluenza, è il sunnita Saaddedin Hariri, figlio dell’ex premier Rafik Hariri assassinato lo scorso 14 febbraio nella capitale. Alla consultazione, la prima dopo il ritiro delle truppe siriane dal Paese dei Cedri, sono chiamati oggi oltre 400 mila elettori mentre, complessivamente, gli aventi diritto al voto sono più di due milioni e mezzo. Sull’odierna votazione in Libano, ascoltiamo il vescovo di Baalbek - Deir el-Ahmar, mons. Mounged El-Hachem. L’inter-vista è di Andrea Sarubbi: RealAudioMP3
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R. – E’ la prima volta, dopo trent’anni, che si tengono elezioni che rappresentano un segno di vitalità e di democrazia. Noi vescovi invitiamo tutti ad andare a votare, anche se purtroppo moltissimi deputati sono stati già dichiarati eletti ancor prima delle elezioni. Questo è il caso di Beirut, dove su 19 appartenenti alla lista di Hariri, già 9 sono a tutti gli effetti eletti, perché chi era contro si è ritirato per un segno di protesta nei riguardi della nuova legge elettorale.

D. – Anche i vescovi protestano contro questa legge elettorale. Ma qual è il problema principale?

R. – Il problema principale è rappresentato dal fatto che le circoscrizioni sono enormi. Tutto il sud, ad esempio, comprende zone a maggioranza cristiana dove ci sono tre deputati maroniti che però sono stati scelti ed eletti dal presidente del Parlamento. Lo stesso vale per Beirut. I cristiani non possono quindi scegliere i loro deputati. Quello che noi presuli abbiamo chiesto è di avere una circoscrizione piccola, nella quale l’elettore conosce il candidato e viceversa. E’ una condizione indispensabile, questa, per poter scegliere tra i candidati di ciascuna circoscrizione.

D. – A sorpresa l’opposizione si presenta al voto divisa. Si puntava molto sull’ex generale Aoun, cristiano, che non è però riuscito a trovare un accordo con drusi e sunniti. Come mai?

R. – Non ha potuto fare alcuna alleanza. Aoun ha presentato un programma politico ma nessuno degli altri candidati si presenta con un programma. Vuole che sia aperta un’inchiesta internazionale per punire tutti quelli che durante gli ultimi 15 anni hanno accumulato un debito di 40-44 miliardi di dollari in un Paese di 4 milioni di abitanti. Aoun, quindi, facendo tutte queste dichiarazioni si trova isolato. Probabilmente, non riuscirà a stringere alleanza con nessuno: ogni partito pensa soltanto a far eleggere il più gran numero dei propri deputati invece di fissare un programma di governo.
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