PARIGI. - La Chiesa è impegnata unicamente verso i fedeli e coloro che lo diverranno?
Gli altri, quelli che da secoli vivono secondo altre tradizioni religiose, hanno diritto
ad una testimonianza della Chiesa? Le domande si sono rincorse tra i 200 seminaristi
dell'Istituto Cattolico di Parigi che, martedì scorso, hanno ospitato monsignor Henri
Teissier, arcivescovo di Algeri. L'arcivescovo era giunto per riproporre la testimonianza
e il messaggio dei sette monaci trappisti della comunità di Nostra Signora dell'Atlante
a Tibhirine, selvaggiamente uccisi da integralisti islamici nel marzo del 1996. Teissier
ha così voluto riproporre quanto andava dicendo il priore di quei trappisti, Christian
de Chergé: "Oggi - diceva il priore assassinato con i suoi - , dinnanzi alla tentazione
onnipresente d'integrismo che veicola anche tutto l'islam ufficiale, noi possiamo,
nella misura in cui abbiamo relazioni antiche e fiduciose con i vicini, invitarli
permanentemente a rimanere aperti. L'apertura è la parola chiave della testimonianza
cristiana oggi". (La Croix - MANCINI)