2005-05-22 13:59:14

Ripartire dall’Eucaristia per costruire un mondo in cui si possa essere felici insieme. L'appello a Bari del cardinale Ruini nella seconda giornata del Congresso eucaristico nazionale


(23 maggio 2005 - RV) “Senza la domenica non possiamo vivere” è proprio il tema del 24.esimo Congresso eucaristico nazionale, inaugurato sabato a Bari dall’inviato speciale del Papa, cardinale Camillo Ruini. Lo stesso presidente dei vescovi italiani ha celebrato la Messa di ieri mattina. Da Bari, Mimmo Muolo: RealAudioMP3
Il programma di questi giorni al Congresso eucaristico prevede una serie di incontri, che culmineranno nella Messa celebrata domenica prossima dal Papa. Ma come si prepara Bari ad accogliere Benedetto XVI, al primo viaggio del suo Pontificato? Ci risponde l’arcivescovo della città, mons. Francesco Cacucci: RealAudioMP3
 
Ripartire dall’Eucaristia. E’ quanto si è proposto don Alberto Pacini, rettore della
Basilica romana di Sant’Anastasia, accogliendo nel 2001 l’appello di Giovanni
Paolo II a prendere il largo. Il sacerdote ha avviato più di 4 anni fa l’adorazione
perpetua dell’Eucaristia nella convinzione che senza Gesù non possiamo fare
nulla. Tutto nasce dall’unione con Dio. Da allora don Alberto si è fatto promotore
di questa iniziativa e ora in tutta Italia sono decine le Chiese che hanno seguito
il suo esempio. Nel mondo si calcola ci siano circa 2000 parrocchie, cappelle o
luoghi in cui si adora l’Eucaristia giorno e notte, lungo tutto l’anno. Ma quali
sono i frutti? Sergio Centofanti lo ha chiesto allo stesso don Alberto Pacini: RealAudioMP3
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R. – I frutti sono tantissimi. Dall’Eucaristia celebrata e vissuta dalla comunità dei fedeli, e poi adorata, nasce una nuova vitalità che non è soltanto spirituale, quindi la preghiera, ma è anche una rivitalizzazione nell’annuncio, perché i fedeli, così come è stata l’esperienza dei pellegrini di Emmaus, dal loro incontro personale con il Signore sentono profondo il desiderio di volerlo annunciare, farlo conoscere anche agli altri. Nascono frutti anche di nuove vocazioni, perché se è vero che il diffuso secolarismo porta la gente a perdersi nel vuoto, è vero anche che la riscoperta dell’incontro personale con Cristo - come Papa Giovanni Paolo II suggeriva proprio nella Novo Millennio Ineunte – porta a riscoprire tutti i valori della vita cristiana e quindi a tendere l’orecchio anche alla chiamata del Signore. C’è poi anche l’incontro con l’Eucaristia da parte dei lontani, che se, per un verso, non si avvicinano alla celebrazione, perché ormai qualche cosa ha creato una rottura nel loro cuore, nella Chiesa silenziosa e nel silenzio dell’adorazione rinasce, si riaccende, quella fiammella che poi diventa un riavvicinamento alla vita sacramentale. E poi nasce l’impegno missionario, la carità verso i fratelli più poveri in tutto il mondo, i gemellaggi. Quindi, davvero, ci troviamo di fronte al fenomeno di una Chiesa che rinasce, si rivitalizza, e non si rivitalizza grazie al carisma di una persona, ma si rivitalizza grazie all’incontro personale con Gesù. In fondo, Santa Margherita Maria Alacoque diceva nelle sue riflessioni: “Il Signore mi ha detto: ‘Esponetemi nelle Chiese ed io le riempirò’”. E questo è ciò che veramente accade.
D. – La nostra vita è oggettivamente piena di impegni. Come aiutare chi dice di non avere tempo per l’adorazione eucaristica?
R. – Solitamente noi suggeriamo questa riflessione: “Nella tua settimana tu hai 168 ore, 24 per 7. Di queste 168 offrine una soltanto a Gesù. E questa ‘una’ ora alla settimana, offerta da ciascuno dei fedeli, moltiplicata per 350 circa – perché questo è il numero di fedeli, e non di più, che sono necessari, perché almeno due persone siano presenti in ogni ora di adorazione – è un impegno decisamente modesto per una persona. Trovare un’ora alla settimana per Dio, tutti lo possono fare e di fatto poi questo è ciò che avviene. I fedeli, nel momento in cui offrono la loro disponibilità, successivamente si trovano con il desiderio di fare ancora di più. Quindi, alla fine, e questa è la bella sorpresa, un’ora alla settimana non basta più e la persona che ha incontrato Gesù e con lui ha trascorso un’ora, desidera trascorrere ancora più tempo con Gesù.
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