2005-05-21 08:17:03

Cuba: nella loro prima riunione la dissidenza accusa il regime di Fidel Castro: è totalitario e antidemocratico. Espulsa un'altra giornalista


(22 maggio 2005 - RV) Si è conclusa ieri sera a L’Avana l’Assemblea per la promozione della società civile (Apsc), la prima riunione pubblica della dissidenza cubana permessa dal regime di Fidel Castro. E Proprio in queste ore dovrebbe arrivare a Madrid, dopo l’espulsione da Cuba, Francesca Caferri, la giornalista di Repubblica fermata ieri, con lo stesso copione seguito venerdì per Battistini del Corriere. Dunque, il governo ha permesso la riunione, un evento storico per la Cuba castrista, ma ha espulso 15 persone tra parlamentari e giornalisti stranieri. Il Servizio di Eugenio Bonanata: RealAudioMP3
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Fidel Castro, che nei giorni scorsi aveva minacciato “una risposta dura” ai dissidenti, ha invece permesso lo svolgimento del loro congresso. Tuttavia, all’autorizzazione hanno fatto seguito severe misure repressive verso parlamentari e giornalisti stranieri. Francesca Caferri, giornalista di Repubblica, giunta a L’Avana per seguire la riunione, è stata fermata ed espulsa dalla polizia cubana. L’accusa è quella di essere arrivata nel Paese con un visto turistico e di aver poi svolto attività professionale. Così, dopo l’interrogatorio da parte degli agenti, la giornalista è partita a bordo di un aereo con destinazione Madrid, da dove proseguirà per l’Italia. Stessa sorte, dunque, toccata ai tre giornalisti polacchi e al giornalista del Corriere, Francesco Battistini. Dal canto suo protesta la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) che ha esortato Cuba a porre fine alla sua “lunga campagna contro i giornalisti indipendenti”. “Il regime cubano – ha detto il presidente dell’organismo - perde ogni credibilità e il sostegno internazionale a causa delle prepotenze e intimidazioni ai danni dei media”. Intanto, l’economista indipendente Martha Beatriz Roque, eletta per acclamazione alla presidenza dell’associazione dei dissidenti, ha definito “un successo” la manifestazione alla quale hanno partecipato 168 rappresentati della frastagliata galassia del dissenso cubano. “Il regime di Castro è totalitario e antidemocratico. Continueremo la lotta per la democrazia” - ha aggiunto la dissidente - che ha invitato il leader maximo “a rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani”. Chiudendo i due giorni di lavori, inoltre, Roque ha invitato il governo cubano “a liberare tutti i prigionieri politici” e “ad espellere i terroristi stranieri” rifugiatisi nell’isola. Un’allusione, questa, alla più volte denunciata presenza a Cuba di esponenti del movimento indipendentista basco Eta, ricercati in Spagna per atti di terrorismo.
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Tra i parlamentari espulsi da Cuba anche il deputato tedesco cristiano-democratico (UDC) Arnold Vaatz. Il nostro collega Ludwig Waldmueller gli ha chiesto quali siano stati i motivi della sua espulsione: RealAudioMP3
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R. – ES GAB KEINE BEGRÜNGUNG. ICH HABE MEHRFACH GEFRAGT, WAS DER GRUND ...
Non è stata data alcuna motivazione. Ho chiesto più volte quale fosse la ragione di tutta questa storia, ma non mi è stato risposto. Ho dichiarato quindi che si trattava di una violazione del diritto internazionale, il fatto di impedirmi ogni contatto con la mia ambasciata. Ma non mi è stata data nessuna spiegazione.
D. – Cosa significa ora tutto questo per quanto riguarda il rapporto tra l’Unione Europea e Cuba?
R. – DIE EUROPÄISCHE UNION MUSS ÜBERDENKEN OB ES RICHTIG WAR, DIE ...
L’Unione Europea deve riflettere sul fatto se sia stato giusto sospendere le sanzioni contro Cuba. Secondo me, si è trattato di un errore. Fidel Castro ha sfruttato questo cambiamento dell’ atteggiamento europeo per opprimere, di fatto, ancor più l’opposizione di quanto non facesse prima. Il punto è questo: cioè, che la politica dell’Unione Europea ha commesso il grande errore di identificare il regime di Cuba con Cuba stessa. E’ assolutamente indispensabile sostenere le persone coraggiose ed impegnate, che lavorano per la costruzione di una società civile: e questo l’Unione Europea non l’ha più fatto. Sono fortemente preoccupato per tutti quelli che lavorano nell’opposizione cubana. Io in quanto deputato ho una certa tutela internazionale e non mi possono trattare come vogliono. Sono invece molto preoccupato per tutte quelle persone che, prive di qualsiasi contatto con l’esterno e senza alcuna protezione legale sono ora il bersaglio preferito del regime cubano. Questo messaggio deve essere ascoltato in Europa!
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