2005-05-20 08:27:15

Elettrosmog: le ragioni della Radio Vaticana


(21 maggio 2005 - RV) Il giudice per le indagini preliminari di Roma, Zaira Secchi, ha disposto l’incidente probatorio ed una perizia epidemiologica sull’incidenza della mortalità da leucemia e da altri tumori del sistema emo-linfo-poietico nella zona di Cesano e La Storta. Si tratta di un raggio di 6 km dagli impianti della Radio Vaticana, a Santa Maria di Galeria, e della Marina Militare. Il commento del nostro direttore dei programmi, padre Federico Lombardi: RealAudioMP3
E andiamo a rileggere il rapporto del Gruppo di studio internazionale costituito nel 2001 dall’allora ministro della Salute il prof. Umberto Veronesi. Ce ne parla Sergio Centofanti: RealAudioMP3

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Il gruppo di studio composto da scienziati di vari Paesi, tra cui Regno Unito e Germania, chiamati dal prof. Veronesi, afferma in modo perentorio nel rapporto del 15 settembre 2001: “I dati esaminati non dimostrano una relazione tra emissioni radio del Centro di Radio Vaticana di S. Maria di Galeria ed incidenza e mortalità per leucemie infantili”. Il tasso d’incidenza di questa malattia in questa zona – rilevano gli scienziati - non è diverso da quelli del comune di Roma. Inoltre il rapporto internazionale ricorda che gli innumerevoli studi condotti finora sull’argomento “testimoniano un'assenza di effetti biologici significativi dei campi elettromagnetici a radio frequenza tali da configurare un rischio di salute trasferibile all'uomo”. Il rapporto parla di alcuni studi che sono “stati spesso causa di allarme nella popolazione non successivamente suffragati da dati scientifici validi”. Tutto, lo ricordiamo, inizia con lo studio dell’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio che prende in analisi il periodo dal 1987 al 1995: la ricerca, pubblicata all’inizio del 2001, afferma che nell’area del Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria non sono evidenziati “eccessi di mortalità per tutti i tumori” né per le leucemie infantili. Da dove allora tanto rumore? I mass media diffondono l’idea di centinaia di casi di leucemia. In realtà la ricerca parla di 8 casi di leucemia infantile su circa 10 mila bambini. Un tasso - ribadisce - che “non si discosta da quello osservato nel comune di Roma”. Lo studio si riferisce ad un’area compresa nei 10 km dalle antenne della Radio Vaticana.

Ma nell’area fino a 2 km dalle antenne c’è un caso di leucemia dove nella media di Roma dovrebbe esserci lo 0,16% di casi. Per arrivare ad un caso unico, un “bambino intero”, bisogna moltiplicare quello 0,16% per 6 volte. Di qui la semplificazione giornalistica: vicino alle antenne della Radio Vaticana i bambini si ammalano di leucemia 6 volte di più rispetto a Roma. Perché stiamo parlando di un caso e non dello 0,16%, che in natura ancora non esiste. La ricerca dell’Agenzia regionale conclude: “ad oggi la cancerogenicità delle radiofrequenze risulta ben lontana dall’essere dimostrata”.

Ricordiamo tra l’altro che nella zona di Santa Maria di Galeria sorgono anche il principale centro di raccolta di scorie radioattive in Italia dell’Enea, con immagazzinati migliaia di metri cubi di rifiuti radioattivi, e un grande Centro trasmittente della Marina Militare. Ricordiamo anche che il Centro della Radio Vaticana con l’autorizzazione delle autorità italiane è stato costruito nel 1957 in questa zona proprio perché in aperta campagna. Le case, spesso abusive, sono state costruite disordinatamente intorno al centro molto tempo dopo. La Radio Vaticana inoltre per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche, molto prima che l'Italia si desse qualsiasi normativa, ha seguito scrupolosamente dai primi anni '90 i livelli indicati dalla Commissione internazionale competente in materia (ICNIRP). Livelli fatti propri dal Consiglio dell'Unione Europea, con la sola eccezione dell'Italia che nel 1998 ha stabilito norme più restrittive. Le indicazioni della Commissione sono state sempre ritenute sicure per la salute delle persone dall'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Da sottolineare infine che intorno alla messa a norma di elettrodotti, centrali elettriche, antenne radio-televisive e telefoniche ecc. ruotano interessi economici rilevanti.
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