(21 maggio 2005 - RV) Il giudice per le indagini preliminari di Roma, Zaira Secchi,
ha disposto l’incidente probatorio ed una perizia epidemiologica sull’incidenza della
mortalità da leucemia e da altri tumori del sistema emo-linfo-poietico nella zona
di Cesano e La Storta. Si tratta di un raggio di 6 km dagli impianti della Radio Vaticana,
a Santa Maria di Galeria, e della Marina Militare. Il commento del nostro direttore
dei programmi, padre Federico Lombardi: E andiamo
a rileggere il rapporto del Gruppo di studio internazionale costituito nel 2001 dall’allora
ministro della Salute il prof. Umberto Veronesi. Ce ne parla Sergio Centofanti:
********** Il
gruppo di studio composto da scienziati di vari Paesi, tra cui Regno Unito e Germania,
chiamati dal prof. Veronesi, afferma in modo perentorio nel rapporto del 15 settembre
2001: “I dati esaminati non dimostrano una relazione tra emissioni radio del Centro
di Radio Vaticana di S. Maria di Galeria ed incidenza e mortalità per leucemie infantili”.
Il tasso d’incidenza di questa malattia in questa zona – rilevano gli scienziati -
non è diverso da quelli del comune di Roma. Inoltre il rapporto internazionale ricorda
che gli innumerevoli studi condotti finora sull’argomento “testimoniano un'assenza
di effetti biologici significativi dei campi elettromagnetici a radio frequenza tali
da configurare un rischio di salute trasferibile all'uomo”. Il rapporto parla di alcuni
studi che sono “stati spesso causa di allarme nella popolazione non successivamente
suffragati da dati scientifici validi”. Tutto, lo ricordiamo, inizia con lo studio
dell’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio che prende in analisi il periodo
dal 1987 al 1995: la ricerca, pubblicata all’inizio del 2001, afferma che nell’area
del Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria non sono evidenziati “eccessi di
mortalità per tutti i tumori” né per le leucemie infantili. Da dove allora tanto rumore?
I mass media diffondono l’idea di centinaia di casi di leucemia. In realtà la ricerca
parla di 8 casi di leucemia infantile su circa 10 mila bambini. Un tasso - ribadisce
- che “non si discosta da quello osservato nel comune di Roma”. Lo studio si riferisce
ad un’area compresa nei 10 km dalle antenne della Radio Vaticana.
Ma nell’area
fino a 2 km dalle antenne c’è un caso di leucemia dove nella media di Roma dovrebbe
esserci lo 0,16% di casi. Per arrivare ad un caso unico, un “bambino intero”, bisogna
moltiplicare quello 0,16% per 6 volte. Di qui la semplificazione giornalistica: vicino
alle antenne della Radio Vaticana i bambini si ammalano di leucemia 6 volte di più
rispetto a Roma. Perché stiamo parlando di un caso e non dello 0,16%, che in natura
ancora non esiste. La ricerca dell’Agenzia regionale conclude: “ad oggi la cancerogenicità
delle radiofrequenze risulta ben lontana dall’essere dimostrata”.
Ricordiamo
tra l’altro che nella zona di Santa Maria di Galeria sorgono anche il principale centro
di raccolta di scorie radioattive in Italia dell’Enea, con immagazzinati migliaia
di metri cubi di rifiuti radioattivi, e un grande Centro trasmittente della Marina
Militare. Ricordiamo anche che il Centro della Radio Vaticana con l’autorizzazione
delle autorità italiane è stato costruito nel 1957 in questa zona proprio perché in
aperta campagna. Le case, spesso abusive, sono state costruite disordinatamente intorno
al centro molto tempo dopo. La Radio Vaticana inoltre per quanto riguarda le emissioni
elettromagnetiche, molto prima che l'Italia si desse qualsiasi normativa, ha seguito
scrupolosamente dai primi anni '90 i livelli indicati dalla Commissione internazionale
competente in materia (ICNIRP). Livelli fatti propri dal Consiglio dell'Unione Europea,
con la sola eccezione dell'Italia che nel 1998 ha stabilito norme più restrittive.
Le indicazioni della Commissione sono state sempre ritenute sicure per la salute delle
persone dall'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Da sottolineare infine che
intorno alla messa a norma di elettrodotti, centrali elettriche, antenne radio-televisive
e telefoniche ecc. ruotano interessi economici rilevanti. **********